Antonio Costa, perché il primo ministro portoghese si è dimesso (e in cosa consiste l’inchiesta sugli investimenti green)

L’indagine sullo scandalo corruzione negli investimenti verdi travolge il governo portoghese e lo stesso primo ministro, Antonio Costa, costretto a dimettersi dopo 8 anni alla guida del Paese. L’annuncio in tv del primo ministro socialista è arrivato dopo una mattinata frenetica in cui la polizia ha effettuato raid e perquisizioni negli uffici governativi, nei ministeri e tra le persone a lui più vicine. “Ho fiducia nel funzionamento della giustizia e voglio dire ai portoghesi, guardandoli negli occhi, che non ho sulla coscienza il peso di nessun atto illecito”, ha detto Costa davanti alle telecamere, mentre correvano voci circolava da ore circa un suo possibile coinvolgimento criminale nel delitto. una vicenda che ha portato all’arresto di diverse persone del suo entourage.

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Antonio Costa, arrestato il capo di gabinetto

Sono stati infatti arrestati il ​​suo capo di gabinetto, Vítor Escaria, il sindaco della città portuale di Sines, Nuno Mascarenhas, e l’imprenditore, consulente e amico personale del primo ministro, Diogo Lacerda Machado. Tutti arrestati per rischio di fuga e contaminazione di prove mentre tra gli indagati ci sono anche il ministro delle Infrastrutture João Galamba, il ministro dell’Ambiente Duarte Cordeiro e il capo dell’agenzia ambientale del Paese. Coinvolto nelle indagini anche l’ex titolare dell’Ambiente João Pedro Matos Fernandes, da cui è partita gran parte delle indagini. Le indagini, che hanno portato la polizia a effettuare perquisizioni negli uffici ma anche nell’abitazione del primo ministro, si concentrano su una serie di procedure nell’aggiudicazione di appalti chiave per il futuro della transizione energetica e dell’autonomia del Portogallo: dalle miniere di litio a a nord, nella città di Montalegre, e progetti legati all’idrogeno verde a sud, attorno all’importante complesso portuale e industriale di Sines. Per Costa, in qualità di presidente del Consiglio, l’indagine sarà condotta dalla Corte Suprema e bisognerà accertare quanto fosse a conoscenza di quanto viene accusato dai suoi più stretti collaboratori.

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Antonio Costa, le telefonate

Un punto importante dell’inchiesta sarebbero tre telefonate tra Costa e Matos Fernandes, intercettate dagli investigatori che indagano sull’allora ministro e un investimento di oltre un miliardo e mezzo in idrogeno verde. La Corte Suprema aveva recentemente autorizzato l’utilizzo di una delle tre telefonate. Gli indagati, in custodia da questa mattina, saranno interrogati nelle prossime 48 ore, ma per il ministro Galamba è già avanzata l’ipotesi di reato: corruzione attiva e passiva e abuso d’ufficio. Ora per il Portogallo si apre una delicata pagina politica. Il presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa, ha convocato per giovedì prossimo il Consiglio di Stato, poi parlerà alla nazione. Per Costa, che aveva guidato esecutivi di minoranza dal 2015 al 2022 (il secondo era caduto sull’approvazione della Finanziaria 2022), il governo attuale, nato dalla maggioranza assoluta ottenuta il 30 gennaio 2022, avrebbe dovuto essere il più semplice.

E invece è arrivato il terremoto, preceduto da una serie di scossoni e di dimissioni, che il gergo giornalistico nazionale aveva ribattezzato casi e casuccì. Proprio ieri in Parlamento è iniziata la discussione sugli emendamenti al disegno di legge di bilancio, che dovrebbe essere approvato in via definitiva il 29 novembre. Sarà l’ultimo bilancio di António Costa, che per il momento vede compromesse anche le sue ben note aspirazioni ad una posizione a livello comunitario: proprio dopodomani a Malaga al meeting dei socialisti per le elezioni europee sarebbe stato un star, tra i possibili candidati alla presidenza del Consiglio europeo. Ora anche la sua presenza all’incontro è in forte dubbio.

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