Per i romani, quello del 6 agosto 2021 era stato la mattina dei sogni, Con il’ufficiale del preliminare con il gruppo Friedkin in grado di inverte istantaneamente stati d’animo e prospettive, anche in vista della partita contro il Siviglia, appuntamento con la madre di questa seconda parte della stagione alla quale la Roma si è presentata, in ogni caso, in un’ottima situazione. Squadra quasi interamente disponibile (mancavano solo i squalificati Veretout e Smalling, persi a causa delle sventure di una stagione anomala e un atteggiamento giustamente conservatore del Manchester United), niente più ombre sul futuro dell’azienda e una fiducia costruita sull’ultimo 8 risultati utili consecutivi ottenuti dopo il cambio del sistema di gioco. I giallorossi, tuttavia, dovettero scontrarsi con la realtà: presso la MSV Arena di Duisburg lLa squadra di Lopetegui si è semplicemente dimostrata più forte, con un’identità ben definito e a Pedigree europeo mostrato completamente sul terreno verde e non solo sulla toppa dorata apposta sulla manica sinistra del camiceta. Nel primo tempo la Roma, già di per sé inferiore al suo avversario, ha anche avuto il demerito di non giocare almeno con intensità e coraggio, con i due quinti – la chiave di volta dei 22 punti ottenuti sugli ultimi 24 possibili – finita schiacciato dalle catene andaluse e cambi di gioco, come con l’obiettivo 1-0 di Reguilon. Là dignità, almeno in parte, la ripresa ha tuttavia probabilmente dimostrato che, tranne per gli episodi o gli errori del Siviglia ci sarebbe stato poco da fare comunque, dato cheenorme differenza collettiva evidenziata in campo. Nulla che potesse cadere completamente dalle nuvole: il principale vantaggio del cambio di sistema era stato uno rivalutazione degli individui e del collettivo a livello mentale piuttosto che un gioco, con molti obiettivi, tuttavia, presi (mentre il Siviglia nello stesso periodo realizzò 7 lenzuola pulite, mentre giocava a calcio tutt’altro che conservativo) e difetti più mascherato che corretto, come la bassa fluidità della costruzione bassa, che è stata risolta lanciando più spesso su Džeko, una soluzione che ha portato – anche se con dubbi arbitrari – al 2-0 del Siviglia su una palla non difesa dal bosniaco. Polvere sotto il tappeto dei campi della piccola serie A, sporco impossibile da nascondere nei più prestigiosi eventi europei: una lezione che, se non altro, aiuterà ad averne una maggiore consapevolezza di ciò che c’è da migliorare e / o cambiare, in ancora un altro tentativo di convertire il futuro nel presente che farà la nuova proprietà.
We will be happy to hear your thoughts