Diritto alla riparazione: il via libera del Parlamento Ue
Il Parlamento Europeo ha approvato la sua posizione negoziale su nuove misure per rafforzare il diritto alla riparazione e ridurre l’impatto dei consumi di massa. Il testo è stato approvato con 590 voti favorevoli, 15 contrari e 15 astenuti. L’obiettivo è promuovere un consumo più sostenibile estendendo le garanzie per i prodotti riparati e costringendo i venditori a dare priorità alle riparazioni rispetto alla sostituzione del prodotto quando è più conveniente.
Cosa dovranno fare venditori e produttori
Il testo adottato dalla Camera Europea prevede che, durante il periodo di garanzia di un prodotto, i venditori diano priorità alla riparazione se è più conveniente o se costa quanto la sostituzione del prodotto, “a meno che non sia impossibile o scomoda per il consumatore”. La proposta prevede inoltre l’estensione della garanzia legale per un anno dopo l’avvenuta riparazione. I consumatori potranno richiedere la riparazione di prodotti come lavatrici, aspirapolvere, smartphone e biciclette, anche dopo la scadenza della garanzia. Ai produttori verrà inoltre chiesto di offrire dispositivi sostitutivi per la durata della riparazione e, nel caso in cui un prodotto non possa essere riparato, di offrirne uno ricondizionato.
I prossimi passi
Il Consiglio europeo dovrebbe adottare la sua posizione negoziale il 22 novembre, dopodiché potranno iniziare i negoziati con il Parlamento europeo, con un primo incontro previsto per il 7 dicembre.
Buoni e incentivi per le riparazioni
Riparatori indipendenti, professionisti del ricondizionamento e utenti devono avere accesso a “tutti i pezzi di ricambio, le informazioni e gli strumenti necessari per una riparazione a un costo ragionevole”, spiega in una nota il Parlamento Ue. L’obiettivo è superare gli ostacoli incontrati dai consumatori, ai quali spesso viene sconsigliato far riparare un prodotto perché troppo costoso o troppo difficile. “Le piattaforme online aiuteranno i consumatori a trovare riparatori (compresi i cosiddetti “repair café”) e venditori di articoli ricondizionati nella loro zona”, prosegue la nota. Le riparazioni devono essere incentivate anche attraverso voucher e altri incentivi finanziari attraverso fondi nazionali ad hoc.