Esplosione a Beirut: le ipotesi sul disastro

1) Colpa di errori, negligenza, corruzione. Le fiamme si accendono per motivi accidentali, i lavori di manutenzione innescano prima i fuochi d’artificio – confiscati nel 2009-2010 e di cui molti sapevano – poi coinvolgono il resto. era la prima versione ufficiale, ora affiancata da altre. Questa è la sequenza possibile. 17:00: la squadra di saldatori finisce il lavoro; 17.40: suona l’allarme antincendio, arrivano i vigili del fuoco; 17.54: colonna di fumo alta; 18.08: inferno. Per alcuni, tuttavia, non ci sarebbe alcun collegamento diretto con l’intervento dei tecnici per riparare una violazione. È essenziale che l’area sia sigillata per evitare l’alterazione della scena.

2) è stato un attacco, un sabotaggio. Da cellule terroristiche o servizi segreti. Sono stati citati sciiti, altri gruppi, israeliani. Donald Trump ha parlato dell’attacco, il portavoce del Pentagono ha ribadito che non c’è ancora nulla di definitivo e non ha escluso l’incidente. Il presidente libanese Michel Aoun ha considerato tutto: negligenza, interferenze esterne (chiaramente citando bomba o missili), le responsabilità di chi doveva vegliare.

3) Israele voleva distruggere uno dei bunker segreti di Hezbollah, forse per neutralizzare nuovi equipaggiamenti bellici, ma non sapeva che il nitrato esistesse o forse ne sottovalutava gli effetti. Potrebbe averlo fatto usando un missile lanciato da un aereo o con l’aiuto di complici. Una missione parte della lotta in corso contro i guerriglieri di Hezbollah e l’Iran.

4) Nell’edificio, oltre al nitrato scaricato anni fa dalla nave, c’erano altre bombe (possibilmente residui). Una presenza tollerata e non dichiarata dalle autorità. O noto solo ad alcuni. Di chi erano queste armi aggiuntive? Ancora una volta i miliziani filo-iraniani sono chiamati in causa. Il loro leader, Hassan Nasrallah, lo ha negato. Oppure poteva essere una merce al centro del traffico clandestino. I porti di scalo libanesi hanno una lunga tradizione come banche per il contrabbando di droga, fucili, munizioni. L’emittente Al Arabiya ha ricordato la strana morte di un funzionario della dogana, Joseph Skaf. Nel 2014 è stato tra i primi a scrivere un monito sui depositi a rischio, tre anni dopo è morto cadendo da un edificio, fine su cui ci sono molti dubbi.

5) Gli esperti stranieri che hanno analizzato i video del disastro non hanno pareri uniformi: c’è chi crede che il colore del fumo / fiamme sia compatibile con quello del nitrato, altri vedono prove di materiale militare. Favoriscono quindi la teoria di un doppio deposito: quello con il carico altamente instabile scaricato dalla nave Rhosus, e un secondo, altrettanto pericoloso. Potrebbero esserci stati anche furti, con intrusioni che hanno compromesso la sicurezza già precaria.

6) La tragedia avrà conseguenze politiche. Ieri il presidente francese Macron, con un’invasione di campo e dopo aver visitato le macerie, ha chiesto riforme profonde. Molti guardano all’Hezbollah libanese che ha camuffato e coperto le strutture militari della capitale. La terribile tragedia sarà usata dai suoi avversari per richiedere uno spostamento dei suoi dispositivi altrove?

diritto di stare attenti, alcuni di questi progetti vengono rilanciati sulla base di convenienze e convinzioni politiche, la fine immediata di un possibile atto doloso non è chiara, ci sono speculazioni che potrebbero realizzarsi grazie alle indagini o perché si vuole crederci. E strano, salvo sorprese dell’ultimo minuto, che non ci siano state pretese, nemmeno da opportunisti.

7 agosto 2021 (modifica il 7 agosto 2021 | 22:49)

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