Gaza, nuovamente chiuso il valico di Rafah. È scontro sulle ambulanze: «Hamas le usa» – Corriere.it

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME – La porta di Rafa è rimasta chiusa, ora è una stradina stretta tra i blocchi di cemento eretti dagli egiziani. Nei giorni scorsi sono passati di qui un migliaio di palestinesi con passaporto straniero, anche italiano, e i feriti più gravi. Da qui non riuscirai a passare se i capi di Hamas non mettono il tuo nome sulla lista, se accanto non è segnata l’approvazione dei soldati israeliani e arabi a guardia del valico. Il meccanismo ieri si è inceppato, non è questione di diplomazia, è guerra.

L’esodo si ferma

Le truppe Tsahal hanno preso il controllo della parte settentrionale, sulla strada che corre parallela al Mediterraneo, e hanno anche allestito un posto di blocco. Incitano i civili a spostarsi nella zona più protetta, giù verso l’Egitto. I funzionari dichiarano: paramilitari fondamentalisti hanno attaccato le squadre che cercavano di garantire la sicurezza del percorso. Ritorniamo in linea retta al problema di chi attraversa il varco di confine, chi può trovare rifugio nel sud: spiega al quotidiano un funzionario americano New York Times Quello il rinvio dell’evacuazione dei feriti nei giorni scorsi è stato causato dal fatto che Hamas ha inserito i suoi uomini nelle liste.

Ora tenterà la stessa mossa, impedendo l’apertura del varco se non ci saranno garanzie per il passaggio delle ambulanze. Gli israeliani dicono che vengono utilizzati dai terroristi. Non c’è via d’uscita e per ora nessuno può lasciare la Striscia. 730 erano pronti e ieri erano bloccati, altri aspettano.

Le versioni sul raid

Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, si dice “inorridito dal bombardamento del convoglio di soccorso” venerdì pomeriggio. Uomini di Hamas riferiscono di un raid israeliano: 15 morti – ma annunciano che verrà preso di mira un solo veicolo.

I portavoce dell’esercito rispondono che il veicolo era utilizzato da paramilitari. Resta il dilemma di come i veicoli bianchi con la mezzaluna rossa possano muoversi senza rischi, per raggiungere i feriti, cercare di salvare chi è rimasto sotto le macerie: i sono morte oltre 9.500 persone, per lo più civili.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che il conflitto colpisce soprattutto donne e bambini, sarebbero il 67 per cento delle vittime. Nei lunghi scontri del 2008-2009 e del 2014 erano il 34%, secondo fonti palestinesi. Un attentato ha ucciso 20 persone in una scuola dove centinaia di persone si erano accalcate tra il milione di sfollati interni.

La crisi umanitaria sta diventando catastrofica, avvertono le Nazioni Unite: nel Sud sono ancora funzionanti 4 forni per il pane su 20, le file per prendersi la pita da portare a casa durano ore ultime, in media ce ne sono due pezzi a testa da mangiare, la la farina è solo quella fornita dall’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi.

Assedio al nascondiglio

La fanteria meccanizzata israeliana sarebbe penetrata a sud di Gaza City, per completare l’accerchiamento del centro principale, dove l’intelligence ha individuato il quartier generale sotterraneo dei jihadisti. Lì si nascondevano anche 200 terroristi che parteciparono ai massacri del 7 ottobreNell’offensiva sono caduti finora 1.440 morti, in maggioranza civili, oltre 240 ostaggi portati nella Striscia, 28 soldati caduti.

Ci sarebbero stati combattimenti nella zona di Tel al-Hawa, qui un tempo c’era il comando di Sicurezza Preventiva, in queste celle Mohammed Dahlan tagliava in segno di disprezzo le barbe devote agli islamisti, simbolo del potere di Fatah a Gaza, l’edificio è stato devastato da Hamas nel golpe del 2007. Un razzo lanciato dalla Striscia — in totale nei 29 giorni di guerra furono 9.200, compresi i colpi di mortaio — è stato intercettato prima che colpisse Eilat sul Mar Rosso.

La risposta a Nasrallah

Mentre al Nord continua il ping pong della guerra Hezbollah: “Non siamo interessati ad aprire un altro fronte – dice Yoav Gallant, ministro della Difesa – ma se l’organizzazione commette un errore deciderà la condanna del Libano”. E assicura: «Troveremo e uccideremo Yahya Sinwar (il leader di Hamas). Agli abitanti di Gaza prometto: se lo uccidi, la guerra finirà primaUN”.

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