GP USA, Pirelli: attenzione al surriscaldamento anomalo

Una sequenza che ricorda Silverstone, un tratto ispirato a Hockenheim, una curva veloce che sembra una copia speculare della curva più famosa di Istanbul. C’è un po’ di tutto questo nel design di Austin, sede della Casa da più di dieci anni Gran Premio degli Stati Unitiun appuntamento che ormai è caro anche a noi Pirelli.

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C2, C3 e C4 in azione ad Austin

COTA, acronimo di Circuit of the Americas, è uno dei tracciati più riusciti dell’era moderna, progetto firmato dal noto architetto Hermann Tilke. È un tracciato completo, che alterna le curve veloci del primo settore (ispirato al tratto Maggotts e Becketts di Silverstone) con un terzo settore lento e tortuoso, con molti tornanti a novanta gradi. Quindi nella prima parte del giro l’anteriore è l’asse dominante, perché nell’ultima parte il posteriore è quello più difficile da gestire. Inoltre, il tracciato offre anche due lunghi rettilinei: quello di partenza, che termina con l’iconica curva 1 (frenata in salita, accelerazione a sinistra in discesa), e quello lunghissimo che va dalle curve 11 e 12, una sorta di giunzione tra il primo settore rapido ed il terzo settore, quello tortuoso. Aerodinamica, meccanica e motori hanno quindi molto da faresu un tracciato sul quale è difficile trovare un compromesso, senza dimenticare le sconnessioni dell’asfalto texano, difetto che può causare surriscaldamento.

Oltre ad essere completo, il circuito di Austin è equilibrato anche nelle zone critiche: le forze laterali sono di livello 4 su 5 secondo la scala Pirelli, lo stesso punteggio che la casa milanese dà agli sforzi di trazione. L’abrasività dell’asfalto è elevata (4 su 5), così come la sua evoluzione (4 su 5): per questo fine settimana ad “aiutare” la F1, che disporrà di un solo turno di prove libere, sarà il Accademia F1, la serie femminile che per la prima volta si unirà alla F1 in un weekend di gara. Questo aiuterà le squadre del Circus a trovare un asfalto più gommato, accelerandone l’evoluzione. Per soddisfare tutte le richieste del COTA, Pirelli ha optato per le mescole C2, C3 e C4 per il viaggio americano.

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Parla Mario Isola

Questa l’analisi di Mario Isola del circuito di Austin: “È una pista completa, con carico aerodinamico medio-alto. Caratteristica è la prima curva, a sinistra, che raggiunge la sommità con una ripida salita di 22 metri percorsa in 200 metri lineari, con i piloti che si allargavano a ventaglio dopo la partenza alla ricerca della traiettoria migliore. Segue poi una prima parte molto filante caratterizzata da una sequenza di curve medio-veloci che arriva al tornante della curva 11: da lì parte un lungo rettilineo che porta all’ultima parte del tracciato, dove abbondano invece i tornanti lenti e a novanta gradi.

Dal punto di vista delle forze esercitate sulle gomme sono quelle laterale dominare su questa pista, oltretutto in un certo senso ben bilanciato tra i due assi, anteriore e posteriore, e senza stress concentrati su una specifica curva della monoposto. È importante avere una buona trazione nelle curve lente. L’asfalto, nonostante i lavori di rifacimento effettuati lo scorso anno in alcuni tratti, rimane piuttosto sconnesso: ciò genera microslittamento dei pneumatici che possono portare a surriscaldamenti anomali. Infatti il ​​tipo di degrado che solitamente si verifica su questa pista è termico mentre il graining è un fenomeno piuttosto raro. In Texas le corse si sono sempre svolte nella stagione autunnale, quando le condizioni meteorologiche sono molto variabili, anche in un breve periodo di tempo. È facile che si alternino giornate calde, soleggiate e piovose, così come notevoli escursioni termiche.”

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