Guerra Russia-Ucraina, il capo di tutti i servizi russi Patrushev: le politiche distruttive degli Usa aumentano il rischio di utilizzo di armi nucleari

Restano in primo piano i disaccordi interni all’Ucraina: la posizione del capo delle forze armate Valery Zaluzhny è sempre più incerta, dopo le recenti tensioni con il presidente Volodymyr Zelenskyj sull’andamento del conflitto con la Russia. Secondo l’agenzia russa Ria Novosti, il deputato ucraino Vladimir Ariev ha affermato che il ministro della Difesa Rustem Umerov ha proposto di rimuovere Zaluzhny dall’incarico. Questa ipotesi, però, è stata subito smentita da un consigliere dell’ufficio di Zelenskyj, Sergiy Leshchenko. Successivamente lo stesso deputato Ariev ha cancellato il messaggio precedente, affermando di aver ricevuto informazioni opposte. Nei giorni scorsi Zaluzhny aveva creato non poco malcontento a Kiev, perché in un colloquio con l’Economist aveva parlato di una guerra che ormai era diventata una guerra di “posizione” e di “logoramento” che avrebbe favorito la Russia. Una posizione che Zelenskyj dissente apertamente, affermando che il conflitto “non è in una situazione di stallo” e che l’obiettivo resta quello di battere sul terreno i russi.

Intanto oggi l’Ucraina attende le conclusioni dell’Unione Europea sull’attuazione delle raccomandazioni della Commissione sui progressi compiuti verso l’adesione all’UE. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj in un videomessaggio. «Stiamo preparando i prossimi passi dopo questo rapporto. L’Ucraina ha già fatto molta strada per avvicinarsi all’Unione Europea, e il nostro Stato è pienamente consapevole che l’adesione all’Unione Europea è anche una decisione politica di tutti i paesi che fanno già parte dell’UE e vogliono vedere un nuovo Stato nell’Unione Europea. Unione”. Zelenskyj ha ricordato che l’adesione all’Ue implica il lavoro e l’adattamento ai suoi standard e alle pratiche comunitarie. “L’Ucraina farà parte dell’Unione europea. E ci riuscirà, in particolare, grazie alla trasformazione del nostro Stato, un paese interno trasformazione che corrisponde assolutamente agli interessi del nostro popolo.”

La guerra di Mosca contro l’Ucraina ha inferto il colpo mortale anche al trattato che aveva suggellato la fine della Guerra Fredda, l’ultima ancora in vigore per il controllo degli armamenti: il CFE, firmato nel 1990 per ridurre ed equilibrare le forze armate convenzionali in Europa. Il giorno in cui Mosca si è formalmente ritirata dal trattato, rendendolo “finalmente parte della storia della Russia”, gli Stati Uniti e i paesi della NATO hanno condannato la mossa del Cremlino e hanno risposto sospendendo la loro partecipazione “per tutto il tempo necessario”.

Per saperne di più:

– L’autunno freddo di Zelenskyj, assediato da generali e oppositori politici

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