I SERVITORI DELLA VERITÀ – Si va dall’identikit ancora misterioso del “giocatore di second’ordine della Juventus”, probabilmente coetaneo dello stesso Fagioli all’interno della rosa bianconera, fino ai profili su cui gli investigatori stanno sondando i server di provider non autorizzati di cui non solo Tonali e Zanioli sarebbero utenti registrati. Per loro due e per Fagioli l’accusa è di aver violato la legge 401 del 1989, e in particolare il comma 3 dell’articolo 4, che punisce con l’arresto fino a tre mesi chi partecipa ad attività abusive organizzate e gestite da altri soggetti. o una multa. Oltre al rinvio da parte della giustizia sportiva, essendo tesserati che avrebbero scommesso sul proprio settore di competenza, e alla squalifica fino a 3 anni. Salvo riduzione di pena se, come ha iniziato a fare Fagioli da tempo, i soggetti coinvolti si dimostreranno collaborativi nei confronti delle autorità.
IN CONTATTO CON CHI? – Chi si occupa delle indagini vuole poi chiarire un altro aspetto, ovvero il sistema attraverso il quale Fagioli – che finirebbe per scommettere più di un milione di euro – avrebbe coinvolto i suoi colleghi, probabilmente mettendoli in contatto con i bookmaker con i quali si sarebbe indebitato. Tali soggetti sarebbero poi giunti a Tonali e Zaniolo, risultando il primo registrato sulla piattaforma “worldgame365” e il secondo su “Evoz9.fxgaming”. Il prossimo passo da accertare è che le persone già emerse e che emergeranno dalle carte raccolte dalla Procura di Torino e immediatamente trasmesse al Procuratore Federale Giuseppe Chiné non portino a rilievi ancora più gravi. Ad esempio, i contatti con esponenti della criminalità organizzata – che ricicla parte dei proventi della propria attività attraverso le scommesse online – o eventuali “soffiate” a terzi e scommesse sulle proprie squadre, che porterebbero direttamente all’accusa di illeciti sportivi.