Ibra non deve esagerare con le richieste. Basta confermarlo ma di fronte a lui è necessario un vero centravanti. L’altro obiettivo è De Paul

Il campionato si è concluso con un’altra vittoria, congratulazioni a tutti per il ritorno, ovviamente a partire da Pioli. A dire il vero, il sesto posto finale è un gradino sotto quello di un anno fa e due sotto gli obiettivi di partenza, ma dopo la falsa partenza con Giampaolo, 10 voti per il suo successore e ovviamente 10 anche per Ibrahimovic, 10 come i suoi obiettivi , solo uno in meno di Dybala per rendere l’idea. Confesso che ero tra i pochi perplessi, se non il contrario, al suo arrivo perché il Milan era decimo, dopo lo 0-5 pre-natalizio di Bergamo, e pensavo che al massimo sarebbe entrato in Europa League e non in la Champions League. Così è stato, ma al di là della posizione finale ho cambiato idea. Ibrahimovic, infatti, si è rivelato ancora molto importante perché, con o senza i suoi obiettivi, ha trascinato una squadra troppo giovane aiutando Pioli in mezzo al campo, come secondo allenatore con la determinazione di Gattuso pronto a sgridare i suoi compagni quando era sbagliato. Quando uno è un capo professionista come Ibrahimovic, e non come Balotelli o Cassano per nominare due ex rossoneri, l’età non conta. E se Maldini e Costacurta hanno giocato fino a 40 e 41 anni, solo perché avevano la testa giusta, anche Ibrahimovic può farlo, che compirà “solo” 39 anni a ottobre. Tutti, incluso me stesso, hanno capito che lo svedese merita di restare, ma ora non deve tendere troppo la corda esagerando le esigenze economiche. Se ama davvero Milano e se stesso, non è un milione in più o in meno a cambiargli la vita, quindi è legittimo essere ottimisti, perché una pausa per motivi economici danneggerebbe tutti. Ma dal momento che Pioli è rimasto e con lui rimarrà Maldini, che lo desiderava fortemente insieme a Boban, tutto fa ben sperare. Una volta firmata la firma del nuovo contratto, l’AC Milan dovrà cercare un vero marcatore, non solo per motivi personali, ma anche per motivi tattici e tecnici. Ibrahimovic, infatti, sa e vuole giocare anche al di fuori dell’area di rigore e potrebbe essere impiegato come suggeritore dietro il nuovo numero 9, destinato a giocare con o senza di lui. Leao e Rebic hanno dimostrato di essere eccellenti alternative in attacco, ma non sono punti centrali e comunque ci sarà spazio anche per loro, pensando agli impegni extra in Europa League. Sappiamo che Ibrahimovic va molto d’accordo con Leao con cui ha legato sin dalle prime sessioni di allenamento di gennaio. Nella prossima Milano, tuttavia, dovrà anche andare d’accordo con il nuovo centravanti ancora da identificare, senza pericolose gelosie nell’interesse di tutti. E in questo senso il dialogo instaurato tra Ibrahimovic e Pioli sarà importante, al di là delle eccellenti relazioni che lo svedese ha con Maldini. Il rafforzamento dell’attacco sarà importante, ma non abbastanza perché Milano ha anche bisogno di una maggiore qualità in mezzo al campo. E poi si spera che le voci sul possibile arrivo dell’argentino De Paul dall’Udinese troveranno conferma. Il numero 10 valutato definitivamente da Gotti in questa stagione è ormai maturo per essere il leader di una grande squadra e sarebbe un peccato perderlo, perché De Paul è un vero numero 10, dotato di classe, immaginazione, personalità e tiro, tutto qualità che l’attuale numero 10 rossonero di Calhanoglu ha mostrato solo parzialmente nella finale del campionato. L’esperienza di questa stagione ha confermato che dobbiamo iniziare bene, perché i punti persi all’inizio pesano alla fine. È quindi meglio scegliere e spendere bene prima di correre in cerca di copertura in seguito.

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