Hubert Seipel con Vladimir Putin nel 2016 (Credit Image: © Michael Klimentyev/Planet Pix via ZUMA Wire)
Hubert Seipel è noto per documentari e libri sulla Russia: un’indagine ha rivelato che ha ricevuto 600mila euro da Alexei Mordashov
Un’inchiesta condotta da due organizzazioni di giornalisti investigativi in collaborazione con testate come l’ Washington Post e il Custode ha rivelato che il noto documentarista e giornalista tedesco Hubert Seipel è stato finanziato con 600mila euro da un oligarca russo molto vicino al presidente Vladimir Putin. Tra il 2018 e il 2019 Alexei Mordashov avrebbe versato questa cifra per sostenere il lavoro del giornalista e in particolare il suo libro Il potere di Putin: perché l’Europa ha bisogno della Russia.
Seipel è molto conosciuto in Germania, ha scritto libri e realizzato documentari giornalistici trasmessi dalla televisione pubblica ARD: collaboravo in passato con i settimanali Poppa e Lo specchioha condotto la prima intervista televisiva con Edward Snowden (ex analista dell’intelligence, da anni al centro di una grande storia di spionaggio negli Stati Uniti), e venne presentato dal suo editore come “l’unico giornalista occidentale ad avere accesso diretto e personale a Putin”. Lo stesso Seipel ha affermato di aver incontrato “più di cento volte” il presidente russo, sul quale ha girato un documentario nel 2012, “Io, Putin”, e due libri: il primo, del 2015, è stato una biografia.
Il caso è uno dei primi che coinvolge un influente giornalista occidentale e presenta la prova di ingenti pagamenti in quello che sembra essere un tentativo da parte del regime di Putin di assicurarsi una rappresentanza giornalistica favorevole.
L’indagine diInternazionale Consorzio Giornalisti Investigativi (ICIJ), già noto per le rivelazioni basate sui cosiddetti «Panama Papers» e l’organizzazione tedesca di giornalismo investigativo Supporto cartaceo si basa su 3,6 milioni di documenti provenienti da sette diverse organizzazioni finanziarie, sei a Cipro e una in Lettonia. Attraverso questi documenti, i giornalisti coinvolti nell’inchiesta hanno potuto ricostruire come le élite russe nascondevano e mettevano a disposizione capitali in Europa, nonostante le sanzioni.
Uno dei viaggi di Seipel in Russia, nel 2013 (EPA/ALEXEI NIKOLSKY/RIA NOVOSTI/KREMLIN POOL)
Nell’ambito di questa importante indagine è emerso il finanziamento dell’oligarca Alexei Mordashov a Seipel: dai documenti risulta che non si limitò a 600mila euro per l’ultimo libro, ma iniziò già in occasione della prima. Mordashov è un oligarca con interessi in acciaierie e banche e con ricchezza personale apprezzato in 20 miliardi di dollari. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina è stato incluso tra gli oligarchi soggetti a sanzioni economiche da parte dell’Unione Europea in quanto “particolarmente vicino” al presidente russo.
Seipel aveva precedentemente coperto la guerra in Kosovo e l’industria dell’energia nucleare e aveva incontrato Putin per la prima volta più di dieci anni fa per un documentario sul settore energetico. È nata l’idea di un documentario sullo stesso Putin, realizzata dopo aver concordato con lo staff del presidente una sessione di interviste e riprese durata molti mesi: il documentario aveva avuto buon successo e risalto, perché conteneva uno sguardo più personale al passato e alla vita del presidente. Seipel aveva seguito Putin a caccia, nei combattimenti di judo e in piscina e gli aveva fatto parlare anche della sua infanzia a San Pietroburgo.
Il libro, pubblicato tre anni dopo, fu più criticato perché sembrava sposare un po’ troppo acriticamente molte delle tesi di Putin. Il contesto tedesco, soprattutto in quegli anni, era per lo più abbastanza favorevole al presidente russo. Hanno pesato il passato “tedesco” dello stesso Putin, che aveva lavorato per il KGB a Dresda e parla correntemente il tedesco, e soprattutto i grandi legami economici tra i due Paesi. Leader tedeschi come Gerhard Schröder, ma anche Angela Merkel, hanno perseguito politiche di inclusione della Russia nell’orbita europea, almeno a livello economico. La Russia ha anche investito molto nel mercato giornalistico tedesco e nei media governativi La Russia oggi e Sputnik avevano assunto una certa rilevanza in Germania prima dell’invasione russa dell’Ucraina.
Anche dopo lo scoppio della guerra Seipel aveva mantenuto posizioni considerate da molti osservatori filo-russe. Contattato da Washington Post Seipel ha confermato di aver ricevuto un finanziamento da Mordashov, descrivendolo come un contributo alle numerose spese sostenute per la ricerca del libro e dicendo che era stato chiarito che ciò non avrebbe influito sulla sua “indipendenza di giudizio”. Dai documenti risulta che il denaro è passato attraverso la società finanziaria De Vere Worldwide Ltd, con sede nelle Isole Vergini britanniche.
Seipel però non ha voluto rivelare l’importo del finanziamento, di cui non ha parlato alla casa editrice Hoffmann e Campe. Quest’ultima ha affermato di non sapere nulla di questi collegamenti e di non avere intenzione di pubblicare nuovi libri di Seipel (ne sta scrivendo uno sulla guerra in Ucraina).