La notizia che spicca oggi nei media di tutto il mondo è l’ipotesi di un cambiamento nelle elezioni statunitensi, su cui Trump avrebbe meditato. Un incontro, nient’altro, che rende anche le notizie per i media ora incapaci di distinguere tra una notizia e una scoppio della voce.
Questo mentre aumenta il numero di morti per coronavirus, che gli antagonisti di Trump hanno un buon gioco di attribuire alla sua leggerezza. In particolare, spicca un calcolo delle vittime della guerra degli Stati Uniti rispetto a quelle del coronavirus (vedi foto), che ha una certa presa in una politica militarizzata come quella americana (se a novembre le vittime del virus supereranno quelle della seconda guerra mondiale, Trump è fuori).
Il crollo dell’economia americana
Ma la vera notizia oggi è che nel secondo trimestre del 2021 l’economia americana è crollata del 32,9 per cento. Trump aveva fatto del volano economico la piattaforma di lancio per la rielezione. Non ce l’avrà, da qui a novembre non c’è tempo per una vera ripresa economica.
Ciò è accaduto a causa dei suoi sciocchi sostenitori, a cui dà voce il Segretario di Stato Mike Pompeo, che lo ha costretto a combattere la Cina sottosopra, impedendogli di coordinarsi con Pechino (e Mosca) per sconfiggere il coronavirus, che avrebbe risparmiato molte sofferenze a il popolo americano e il mondo. Oltre a stipulare un accordo commerciale di alto livello con lo stesso, che avrebbe limitato i costi economici della pandemia agli Stati Uniti come altrove (il PIL cinese è salito al + 3,2 per cento).
Servi pop che stanno precipitando il mondo nel caos, inseguendo un ritorno dell’egemonia degli Stati Uniti in Occidente e sul pianeta, attraverso la rinascita del contrasto globale con il comunismo (questa volta cinese).
Un dettaglio soprattutto dà un’idea delle difficoltà che deve affrontare Trump, la sua controversia con Foxnews (La collina), non più la macchina da guerra che ha favorito il suo trionfo nel 2016, ma una TV spesso ostile alla sua linea. Se Fox gli volge le spalle anche a lui … Ma vedremo, Trump è l’uomo delle sorprese. Lo ha fatto una volta, può ripetersi, anche se questa volta i suoi avversari saranno meno supponente.
Tabella presa dal web, i numeri non sono corretti (vedi tabella alla fine dell’articolo). Un errore che serve ad amplificare la tragedia del Coronavirus al fine di aumentare le responsabilità di Trump
L’ondata progressista nel partito democratico
Una menzione, tuttavia, merita anche ciò che sta accadendo nell’altra parte della barricata, dove il partito democratico si sta spostando a sinistra, come indicato dall’ondata di radicali che stanno emergendo nelle primarie del partito (e quindi correranno per essere eletti al Congresso, che sarà rinnovato quasi completamente con un voto parallelo alle elezioni presidenziali).
Simbolico in questo senso vittoria di Jamaal Bowman, ex preside di una scuola, sul demone dell’aquila reale Eliot Engel a New York. Un’ondata provocata certamente dalla spinta di Sanders e dal variegato ambiente fiorito che lo circonda, ma anche da una rinnovata vitalità di Obama, ora libero dalle catene in cui è stato messo in gabbia come presidente.
Uno spostamento a sinistra evidenziato anche dalla bozza del programma del partito elaborata in questi giorni e ora all’esame della bozza finale, che vede l’ingresso di elementi propri dell’agenda di Sanders.
Non solo nella politica interna, che non influisce sull’equilibrio del mondo, ma anche nella politica estera. Il documento chiede la “fine delle guerre infinite”, il ripristino dell’accordo nucleare iraniano, la fine della spinta al “cambio di regime” (con esplicito riferimento all’Iran), il rifiuto di militarizzare il confronto con la Cina e , parallelamente, la fine della militarizzazione della politica estera americana (L’intercettazione).
Forse un semplice libro dei sogni per il supporto di Sanders, che Biden, se eletto, potrebbe facilmente strappare. Ma, se confermato nelle elezioni effettive, la forte presenza di radicali al Congresso potrebbe renderlo meno incerto.
Non solo, questo libro dei sogni è stato scritto a quattro mani, poiché Biden si affida a Sanders per liberarsi dall’establishment liberale del suo partito e dalle pressioni neocon per fare quanto il suo presidente, Barack Obama, gli è stato impedito di fare.
Ma è ancora presto. Tre mesi alle elezioni, tutto può ancora succedere.