Trofeo: USA imbattibili, sei giorni primi. Junior: finale drammatico. Norrbin, leader per cinque giorni, finisce l’ultima… a piedi. La Svezia è terza, la Francia eredita. Siamo più sul lato dei bassi. Possiamo battere i nostri avversari, ma non la sfortuna
12 novembre 2023
San Juan, Argentina12 novembre. Giorno 6. È il gran finale del 6 Giorni Internazionale Enduro numero 97. Con sorpresa. Amaro, a dire il vero, emotivamente drammatico. Ma anche tremendamente istruttivo. La Svezia ha condotto un assalto irresistibile al Trofeo Junior per 5 giorni. Avversari? Zero. Uno-due-tre, Norrbin, Semb, Ahlin, impossibile contenerli. Questo per 5 giorni praticamente senza storia. Poi il gran finale, quel Motocross che dovrebbe essere una pura formalità come preludio al podio. Ma non va come pensi che dovrebbe andare. La “vittima” è lui stesso Albin Norrbin. Il giovane svedese si ferma, il suo Fantic è morto. Axel Semb, partito benissimo, e Max Ahlin rinunciano alla corsa e, a nome del Team, in segno patriottico, si fermano, raggiungono il compagno di squadra e lo spingono oltre il traguardo. Tagliano insieme, salvando almeno il terzo posto. È un gesto, un episodio che passerà alla storia. La Francia, Giraudon, Alix e Joyon, al secondo posto per cinque giorni, in prima fila come spettatori privilegiati ma impotenti davanti allo spettacolo degli svedesi, hanno ereditato e vinto. Il secondo posto è meritato, il primo è un po’ troppo, soprattutto considerando il sacrificio che è costato agli svedesi. Ma questa è la Sei Giorni Internazionale di Enduro, è una delle sue caratteristiche, forse crudele, ma fa anche parte del profondo regolamento delle Olimpiadi dell’Enduro. Del resto è successo anche a noi, all’inizio della settimana argentina quando, nella seconda giornata di gara, Manolo Morettini fu trattenuto dalla sua moto, costringendo a sua volta alla resa tutta la squadra, oltre a Morettini anche Corsi e Rinaldi, che si erano presentati a San Juan per difendere il Trofeo Junior vinto in Francia un anno prima. Dal risultato della prima giornata, seconda dietro all’“ereditiera”, sembrava che l’Italia ne fosse capace.
E parlando di obiettivi mancati, parecchi in Argentina a dire il vero, si aggiunge subito quello di Trofeo Azzurri del Mondoper il doppio “incidente” di Samuele Bernardini e Kevin Cristiano, costretti rispettivamente ad un notevole ritardo (catena) e ad arretrare (motore). Anche la “grande” Italia era partita bene e aveva dimostrato di poter competere degnamente, forse non contro gli americani, che si sono presentati subito con idee e potenzialità molto chiare, ma sicuramente contro Spagna e Francia. Se è chiaro che lo stop di Cristino ha vanificato anche il secondo “progetto”, la rincorsa al podio, l’“indizio” di una grande Italia c’era ancora. Ma, ancora una volta, è la dura legge delle 6 Giornate.
Ora, non vorrei che nessuno credesse che questo sia vero Trofeo USA del Mondo sono stati favoriti in qualche modo. Non è così. Semmai l’unico favore di cui hanno potuto godere è quello derivante dal fatto che “storicamente” tendono a essere sottovalutati. Per il resto partita perfetta, formazione perfetta, conclusione perfetta. Taylor Robert, Dante Oliveira, Johnny Girroir e Cole Martinez, tutti nei dieci della finale assoluta individuale, hanno vinto sei giornate su sei, compresa l’ultima della Croce (Oliveira), e si sono aggiudicati il Trofeo per separazione (o KO se preferite un’altra cifra “retorica”). Francia e Spagna a 17 e oltre 18 minuti (e il Cile, ad esempio, a quasi un’ora) esprimono validamente il concetto. Dal punto di vista del successo agonistico, la vittoria degli americani è stupenda, e tra l’altro tale successo è un altrettanto perfetto omaggio alla fine della carriera del suo pilota più rappresentativo, quello Taylor Robert che, dopo 12 6 giorni, appende il suo casco da “pro”. L’netta superiorità degli USA elimina totalmente i “se” e i “ma”, anche se, forse in questo caso, viene da chiedersi cosa avrebbero potuto fare i campioni inglesi in carica se la Beta avesse favorito la partecipazione dei suoi campioni Holcombe e Freeman.
lL’analisi più serena (forse non troppo interiore) e lucida è quella di Giovanni CopioliPresidente del FMI: “Non possiamo ritenerci soddisfatti dei risultati, ma sono orgoglioso dell’impegno e dell’attaccamento alla Maglia Azzurra dimostrato da tutti i corridori. Non era facile correre nelle condizioni in cui sia i ragazzi del Trofeo che i giovani del Il Trofeo Junior si è ritrovato, ma tutti hanno dato il massimo fino alla fine. Un applauso a tutti loro, che sicuramente avrebbero meritato molto di più. Un grande ringraziamento, inoltre, a tutte le persone dello staff che hanno lavorato affinché i piloti hanno potuto esprimersi al meglio Con questo ISDE concludiamo un 2023 per la Maglia Azzurra ricco di successi e podi. Anche quest’anno siamo riusciti a posizionarci ai vertici delle gare a squadre.”
VPossiamo cambiare argomento e completarlo finalmente? Sì certamente. E poi va detto che né gli USA né la Francia, vincitori rispettivamente del Trofeo Mondiale e Junior, hanno inserito un vincitore nelle rispettive classifiche individuali complessive dei Trofei. E prendi questo! Ci sono due pilotiinfatti, i cugini di Marca e campioni straordinari, che hanno scandito la partita come un metronomo dominio quotidiano su oltre 350 avversari della “popolazione dei 6 giorni”. Il mio nome è Josep GarciaKTM, ecc Andrea VeronaGasGas. Ha vinto lo spagnolola complessiva della 6 Giorni e tutti i giorni di gara tranne il secondo e l’ultimo (come dicevamo la finale del Motocross Aser è andata a Dante Oliveira), ma L’italiano era perennemente la sua ombra, ogni giorno più veloce nel mettersi sotto pressione, ogni giorno gomito a gomito con il suo amico avversario, una volta davanti (il secondo giorno di gara). Ai 6 giorni il risultato di Team, di Nation, è di gran lunga il filo conduttore del romanzo, e solo dopo ci si rende concretamente conto che individualità come queste sono in realtà la colonna sonora dell’intero evento. Di conseguenza, e come “accessorio”, Garcia vince la E1 e Verona la E2. Loic Larrieu è il vincitore dell’E3, Brandy Richards delle donne.
l‘Assoluta evidenzia, anche se nettamente separati, altri piloti che si sono palesati autentici “gladiatori” per 6 giorni. Tra questi ci sono gli americani Roberto e Oliveira, Nathan Watson e quello risorto Loic LarrieuNostro Samuele Bernardiniche senza il ritardo nel riparare la catena sarebbe sui 10, Enrico Rinaldiil vero motore trainante del team Junior Trophy, e quello molto sfortunato Albin Norrbin.
Era un 6 giorni molto duri. Caldo torrido, caldo torrido (eppure il nostro sfortunato Kevin Cristiano è “annegato” in un ruscello) per i 350 concorrenti provenivano da 30 paesi di tutto il mondo. Adesso sta andando a casa. Riposo e ricarica delle batterie. Si riparte con il SuperEnduro, ma la meravigliosa stagione dell’Enduro, uno sport “piccolo” ma invulnerabile, non si ferma mai. Per il 6 Giorni numero 98 del 2024Invece bisognerà aspettare un anno. Le date, ancora da ufficializzare vista l’iniziale concomitanza con l’ultima del calendario Mondiale, e la location, Silleda, Spagnaci lasciano ancora respirare, e risolvono questa edizione bella ma durissima (in tutti i sensi).
© Immagini FMI – KTM – GasGas
Wtrofeo mondiale
1. Stati Uniti (Robert, Girroir, Oliveira, Martinez)
2. Francia (Espinasse, Le Quere, Larrieu, Roussaly)
3. Gran Bretagna (Snow, Watson, Etchells, McCanney)
Trofeo Mondiale Juniores
1. Francia (Giraudon, Alix, Joyon)
2. Stati Uniti (Oliveira, Aiello, Davis)
3. Svezia (Norrbin, Semb, Ahlin)
Trofeo Mondiale femminile
1. Stati Uniti (Richards, Steede, Gutish)
2. Australia (Gardiner, Jones, McDonald)
3. FIM LA (Neves, Gonzales, Rodriguez)
Squadra-Costruttori
1. Red Bull KTM (Garcia, Robert, Oliveira)
2. Honda (Bernardini, Watson, Martinez)
3.Beta (Espinasse, Joyon, Alix)
Cclassifica assoluta individuale
1. Josep Garcia (ESP), KTM, 3:59:29.67
2. Andrea Verona (ITA), GASGAS, 4:00:39.37
3. Dante Oliveira (USA), KTM, 4:05:38.11
4. Taylor Robert (USA), KTM, 4:06:49.31
5. Johnny Girroir (USA), KTM, 4:07:44.03
Enduro1
1. Josep Garcia (ESP), KTM, 3:59:29.67
2. Theophile Espinasse (FRA), Beta, 4:11:35.89
3. Jed Etchells (GBR), Fantic, 4:12:58.14
4. Samuele Bernardini (ITA), Honda, 4:13:45.25
5. Antoine Alix (FRA), Beta, 4:16:17.71
Enduro2
1. Andrea Verona (ITA), GASGAS, 4:00:39.37
2. Dante Oliveira (USA), KTM, 4:05:38.11
3. Taylor Robert (USA), KTM, 4:06:49.31
4. Johnny Girroir (USA), KTM, 4:07:44.03
5. Jamie McCanney (GBR), Husqvarna, 4:08:48.21
Enduro3
1. Loic Larrieu (FRA), KTM, 4:10:48.99
2. Benjamin Herrera (CHI), GASGAS, 4:12:41.82
3. Julien Roussaly (FRA), Sherco, 4:14:20.92
4. Morgan Lesiardo (ITA), Sherco, 4:14:52.14
5. Nicolas Kutulas (ARG), KTM, 4:21:08.16
Enduro femminile
1. Brandy Richards (USA), KTM, 4:42:15.83
2. Danielle McDonald (AUS), Yamaha, 4:52:26.47
3. Jessica Gardiner (AUS), Yamaha, 4:54:20.93
4. Korie Steed (USA), KTM, 4:58:44.89
5. Tanja Schlosser (GER), Beta, 5:00:55.17