Israele e le precedenti invasioni di Gaza – Corriere.it

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME — Da quando gli israeliani si sono ritirati da Gaza nell’agosto del 2005 – in 26 giorni contro il mese previsto per l’espulsione di quasi 10mila coloni – si sono verificati combattimenti nel corridoio sabbioso 17 operazioni militaridurò almeno qualche giorno e per il quale lo Stato Maggiore ha un nome in codice.

Questa fu subito definita una guerra. Le incursioni terrestri più significative in 18 anni sono state 3la prima nel 2006 dopo il rapimento del caporale Gilad Shalit nel mese di giugno. Quindi Hamas non domina ancora tutta la Striscia, al comando della divisione Sud c’è il generale Aviv Kochavi, diventerà capo di stato maggiore, è stato l’ultimo un anno prima a chiudere alle sue spalle le porte del territorio abitato oggi da 2,3 milioni di persone. Palestinesi. Kochavi è un teorico dei blitz e delle tattiche a sorpresa: per fare pressione sulle organizzazioni estremiste – Shalit è stato catturato da un piccolo gruppo e passato ad Hamas – applica quella che chiama la “dottrina del salvaschermo”. Come le figure geometriche, i frattali che compaiono inaspettatamente nel video del computer, escono dall’inquadratura per poi rientrare da un’angolazione inaspettata, così muove le sue truppe per cinque mesi. Lunga durata, ma brevi incursioni, anche perché in luglio è scoppiata la guerra contro Hezbollah in Libano. “I combattenti palestinesi – spiega Kochavi in ​​un saggio per l’accademia militare – non devono immaginare da dove verremo, quando partiremo, quando torneremo”. È una situazione totalmente diversa dai conflitti successivi, più simile alle battaglie combattute in Cisgiordania durante la Seconda Intifada.

L’invasione più profonda nei 363 chilometri quadrati stretti tra Israele, Egitto e Mediterraneo ha luogo nel 2009, l’Operazione Piombo Fuso18 giorni. Ehud Barak è ministro della Difesa e decide con lo Stato Maggiore di suddividere la Striscia in tre settori per operare dall’interno, l’obiettivo è fermare i lanci di razzi, che allora sono ancora limitati ai villaggi e alle città verso sud. I carri armati entrano dal valico di Kissufim e penetrano fino al mare, fino alle dune di sabbia dove è stata costruita la colonia Niztanim, tagliando Gaza a metà.

Nel luglio 2014 gli israeliani furono colti di sorpresa come sabato scorso, l’orrore non è paragonabile, lo shock e il senso di pericolo sono simili a quelli di questi giorni. Perché I paramilitari di Hamas emergono all’alba dall’altra parte della barriera, emergono dai tunnel scavato per anni. L’intelligence non è in grado di stabilire immediatamente quanti siano e dove siano, obiettivo della campagna definita da Benjamin Netanyahu, ex primo ministro, e capo di stato maggiore Benny Gantz – ora nel piccolo gabinetto di guerra – è eliminare la minaccia dei tunnel.

L’intervento fondiario è quindi inevitabile e la durata del conflitto, quasi due mesi: non si tratta però di uno schieramento di soldati e carri armati in profondità, le truppe avanzano dentro Gaza per 1-2 chilometri, alle forze speciali è affidato il compito di trovare e far saltare in aria i tunnel. In uno di questi raid, verso Rafah, a sud, Hadar Goldin è stato ucciso e i miliziani ne hanno portato via il corpo. Ora i familiari del sottotenente si sono uniti alla protesta dei parenti degli oltre 200 ostaggi rapiti 14 giorni fa per chiedere un negoziato con i fondamentalisti. I genitori di Hadar vogliono piangere sui resti del figliogli altri sperano di poterli riabbracciare vivi.

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