Diversi video mostrano l’attacco dei miliziani di Hamas alle prime luci dell’alba, la sparatoria e la fuga in mezzo al deserto. Il festival di musica elettronica ha celebrato la Natura in occasione della festa ebraica di Sukkot nei pressi del kibbutz di Reim, vicino al confine con la Striscia. Molte vittime sono europei e americani
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Si teme una strage durante un rave di musica elettronica in Israele, vicino al confine con la Striscia di Gaza, dove Hamas avrebbe ucciso 250 persone: lo riferiscono i media israeliani, scrivendo che molte vittime sarebbero europei e americani (LIVE UPDATES) . “Tra i giovani che parteciperanno al Nova Music Festival potrebbero esserci centinaia di morti e dispersi, forse presi in ostaggio”, scrive l’Independent. Diversi video mostrano l’attacco dei miliziani di Hamas alle prime luci dell’alba, la sparatoria e la fuga in mezzo al deserto. Il festival di musica elettronica ha celebrato la Natura in occasione della festa ebraica di Sukkot nei pressi del kibbutz di Reim, vicino al confine con la Striscia. Erano almeno 3mila i partecipanti al rave, riferiscono diversi sopravvissuti dell’imponente staff organizzativo dell’evento, con tre palchi, un’area campeggio e un’area ristorazione. I miliziani “hanno sparato a tutti per ore”, raccontano i testimoni. Molti “sono stati uccisi nei bagni” dove si nascondevano.
Un medico israeliano: “Un massacro, ho visto almeno 200 cadaveri”
“Ho visto almeno 200 cadaveri sul posto”: ha riferito un medico d’urgenza israeliano, Yaniv, citato dalla BBC, intervenuto sul luogo del massacro. “Un massacro, non ho mai visto niente di simile in vita mia. Un’imboscata, squadre di terroristi li aspettavano davanti alle uscite di sicurezza”, racconta ancora. Alcuni dei bambini denunciati come scomparsi sono stati riconosciuti dalle loro famiglie nei video ripubblicati da Gaza per mostrare gli ostaggi israeliani. Sui social i parenti di tanti partecipanti ancora dispersi hanno pubblicato le foto dei loro cari con una richiesta di aiuto e informazioni.
Noa Argamani, rapita con il fidanzato durante un rave nel deserto
Era andata al rave nel sud di Israele con il fidanzato, per celebrare la Natura per la festa ebraica di Sukkot, ma quella festa si è trasformata in un incubo per Noa Argamani, protagonista di un video diventato virale in cui viene presa in ostaggio dai miliziani di Hamas durante l’attacco di sabato. Nel video, rilanciato dalla Cnn, si vede la ragazza sul retro di una moto mentre viene portata via, tra grida di aiuto. Il suo ragazzo, Avinatan Or, viene portato via da diversi uomini e costretto a camminare con le mani dietro la schiena. Sullo sfondo una colonna di fumo scuro. La famiglia e gli amici della coppia hanno espresso il desiderio che il video venga condiviso, nella speranza di localizzarli e ottenere il loro rilascio. “È molto difficile quando vedi qualcuno che ti è così vicino essere trattato in questo modo”, ha detto alla CNN Amir Moadi, un coinquilino di Noa, aggiungendo che conosceva altre cinque o sei persone che erano state al festival e che da allora sono scomparse. . . “Dobbiamo fare tutto immediatamente per riportarli indietro.”
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La testimonianza di chi scampato alla strage: “Ore di terrore dietro un albero”
Poi c’è chi è riuscito a scampare alla strage e difficilmente potrà dimenticare il terrore provato in quelle lunghissime ore. “Erano ovunque, con armi automatiche. Stavano accanto alle macchine e hanno iniziato a sparare e ho capito che era molto facile farsi ammazzare, perché tutti scappavano in tutte le direzioni”, è il racconto angosciante affidato alla BBC da Gili Yoskovich, una ragazza israeliana che, come centinaia di suoi coetanei, ha preso parte al rave per celebrare la festa di Sukkot. “I terroristi provenivano da cinque direzioni e quindi non sapevamo se correre da una parte o dall’altra, quindi siamo saliti in macchina e abbiamo guidato per un po’. Qualcuno mi stava sparando, quindi sono sceso e ho iniziato a correre. Ho visto un appezzamento di terreno con alberi di pomelo e sono andato lì” per nascondermi dietro uno degli alberi. Lì trascorse ore di terrore e sopravvisse perché rimase nascosta, nel silenzio. “Così mi trovavo in mezzo a un frutteto e giacevo per terra”, spiega la donna. “Erano tutti intorno. Andavano di albero in albero, sparando, ovunque, da due lati. Vedevo gente che veniva uccisa ovunque. Ma ero molto silenziosa. Non stavo piangendo. Non stavo facendo niente. Io respirava.” Il racconto continua: “Pensavo ai miei figli, al mio amico e a tutto, e mi dicevo che non era il momento giusto per morire. Non ancora. Poi… ho cominciato a sentire qualcuno parlare in ebraico. Si parlava ebraico da un lato e in arabo da altri tre… ho capito che c’erano dei soldati”. Quando ha potuto, la donna è poi uscita dal suo nascondiglio con le mani alzate, dirigendosi in direzione dei soldati, che l’hanno caricata su un’auto e l’hanno portata in salvo.