Italia, direzione Luna. Arriva l’accordo con gli Usa sullo spazio

Italia, destinazione Luna. Domani, a Palazzo Chigi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle politiche spaziali Riccardo Fraccaro firmerà un accordo di cooperazione con gli Stati Uniti sulle attività spaziali. L’obiettivo principale, ha spiegato recentemente Fraccaro evento web organizzato da Formiche e Airpress, è “essere protagonisti della nuova era dell’esplorazione spaziale”, ovvero il programma Artemis, con il quale gli Stati Uniti puntano a tornare sulla Luna entro il 2024 per restarvi, tra una stazione orbitante e una presenza stabile in superficie nel polo sud del satellite naturale (ecco la roadmap della NASA).

LA DOPPIA PISTA

L’Italia, con la sua comprovata eccellenza scientifica e industriale, da tempo ha fatto capire di voler essere parte del gioco. Al governo discorsi in campo spaziale, firmati dal premier Giuseppe Conte nel marzo dello scorso anno, il desiderio della penisola di salire a bordo di Artemis è stato reso chiaro. Il percorso scelto è quello già sperimentato per la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Si corre su un doppio binario: la partecipazione all’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e il rapporto bilaterale con gli Stati Uniti, a cui è dedicata la firma di domani, frutto del lavoro svolto a Palazzo Chigi in questi mesi.

IL LATO EUROPEO …

Da parte europea, l’Italia ha recentemente raccolto i primi importanti ritorni a fronte del rafforzamento dell’impegno in ESA, ufficializzato al consiglio ministeriale di Siviglia lo scorso novembre con 2,3 miliardi di euro su un budget complessivo di 14,4, pari al 16%, terzo collaboratore. A otto mesi dall’appuntamento spagnolo, con il via libera ai primi programmi, contratti per l’industria italiana per circa 1,5 miliardi, con un rendimento netto complessivo di 800 milioni.

Tra questi c’è anche l’I-Hab, il modulo abitativo con cui l’ESA contribuirà al Lunar Gateway. È guidata dall’Italia con Thales Alenia Space, la joint venture tra Thales e Leonardo. Già a settembre 2018 la società ha annunciato la firma del contratto con ESA per gli studi relativi al modulo, concepito come “elemento pressurizzato con funzioni di abitabilità e supporto vitale per l’equipaggio, che implementa funzioni di attracco per fornire interfacce e risorse ai veicoli che visiterà l’avamposto Cislunar. ”Il via libera per l’I-Hab è quindi arrivato alla ministeriale di Siviglia.

... E QUELLA AMERICANA

La parte americana ha pesato anche in Europa. Un mese prima della nomina a Siviglia, il presidente dell’ASI Giorgio Saccoccia aveva firmato a Washington con il capo della NASA Jim Bridenstine una dichiarazione di intenti volta a stabilire una “cooperazione bilaterale a lungo termine”. Tra gli ambiti di possibile collaborazione scientifica e tecnologica tra le due agenzie, con annesse “potenzialità” per le rispettive industrie, sono stati individuati i moduli abitativi e i sistemi per lo sbarco sulla Luna. A gennaio la presidenza del Comitato ESA che lavora al memorandum con la NASA è stata affidata all’ambasciatore italiano Stefano Queirolo Palmas. A giugno, poi, la decima riunione del Comitato Interministeriale di Palazzo Chigi (presieduto da Fraccaro e supportato dalla struttura di coordinamento guidata dall’Ammiraglio Carlo Massagli) ha dato il primo via libera alla strategia di collaborazione di lungo periodo Italia-USA, con l’obiettivo di strutturare ulteriormente l’accordo. Domani verrà firmato l’accordo bilaterale con gli Stati Uniti, destinato a essere seguito da un nuovo accordo tra l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e la Nasa.

UNA STORIA DI COLLABORAZIONE

Tutto questo si basa su una lunga storia di collaborazione che risale almeno al 1964, quando il primo satellite italiano (il San Marco 1) partì dalla Wallops Flight Facility in Virginia. Da allora, il rapporto con Washington sul campo si è rafforzato, soprattutto attraverso l’accordo tra ASI e NASA relativo alla fornitura italiana di moduli pressurizzati (MPLM) alla Stazione Spaziale Internazionale, in cambio della quale l’Italia ha potuto contare su un accesso privilegiato per i nostri astronauti alla piattaforma, da aggiungere a quanto abbiamo diritto all’interno dell’ESA.

PROSSIME MISSIONI

Rapporti diplomatici da aggiungere a quelli industriali. Alla fine di aprile, la NASA ha selezionato i tre progetti che andranno avanti nello sviluppo del prossimo lander per il satellite naturale, stanziando per loro 957 milioni di dollari fino a febbraio 2021. Sono guidati rispettivamente da SpaceX, Blue Origin e Dynetics. Con quest’ultima c’è anche Thales Alenia Space, chiamata a lavorare sulla capsula che ospiterà l’equipaggio nel sistema di atterraggio lunare (Hls). Nel frattempo, l’Italia sarà già a bordo della prima missione del programma Artemis. In programma per il prossimo anno, vedrà il veicolo Space Launch System e la capsula Orion passare intorno alla Luna, senza equipaggio. Lo monitorerà ArgoMoon, il piccolo satellite costruito dalla torinese Argotec, unico europeo a bordo della missione. L’azienda ha recentemente svelato Andromeda, un’intera costellazione di nanosatelliti per supportare le attività future sul nostro satellite naturale. In orbita attorno alla Luna, sarà in grado di offrire accesso a connessioni dati in tempo reale alle agenzie spaziali e ad altre entità istituzionali che saranno impegnate in missioni scientifiche e tecnologiche.

We will be happy to hear your thoughts

Leave a reply

Galileus Web