La prima intervista alla mamma-allenatore del centrocampista bianconero. Poi il racconto delle origini di Dimarco e una chiacchierata con Gallinari
“Il rinnovo con la Juventus? E’ presto per parlarne. Al momento giusto peseremo tutto e alla fine deciderà Adrien, come sempre”. Ma-man: madre e manager. Come “mamma” in francese. Come Véronique Rabiot, che in un’intervista più che esclusiva a Sportweek (è la prima che rilascia) spiega come gestisce la carriera di suo figlio, centrocampista della Juventus e della Francia. “Sì, sono una negoziatrice temibile – riconosce – Forse chi ha avuto a che fare con me non si aspettava che fossi così dura. Ma a me piace negoziare, mi viene naturale. E comunque Adrien decide sempre in fine. Chi pensa che sia un ragazzo dominato dalla madre non ha capito niente. Ha sempre avuto le idee chiare e personalità: chiedetelo ai compagni”. Una donna estremamente volitiva, come si vede, tanto che insieme a lei figlio si è guadagnata la copertina della nostra rivista in edicola sabato insieme alla Gazzetta al prezzo complessivo di 2,20 euro. E bisognava inventarsi un rinnovo di contratto insolito: solo un anno, come di solito accade per i giocatori a fine carriera, e non è certo il caso del 28enne Rabiot. “È stata una mia idea – racconta Véronique, che abbiamo fotografato in centro a Torino -. All’inizio il club non era d’accordo, ma ho ottenuto un anno in più con un aumento sostanziale. È un rinnovamento innovativo”. Una scommessa sul suo “cliente”, in pratica, in vista dell’Europeo. Con la sua approvazione: “È sempre stata all’altezza del compito. Pur non conoscendo nulla di questo ambiente, ha saputo adattarsi e difendere al meglio i miei interessi, circondandosi di persone capaci.” Questi sono solo alcuni estratti della lunga intervista a Madame Rabiot, che parla anche dell’educazione del figlio , il poco che gli rimprovera e il tanto di cui è fiera di lui, la presunta trattativa con il Manchester United, il suo rapporto con Galliani (“Voleva Adrien al Milan”) e altri personaggi interessanti come il presidente del PSG Al Khelaifi, Carlo Ancelotti, Federico Cherubini.
dimarco
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Poi c’è il padre di Federico Dimarco, che non è un manager ma ha un negozio di frutta e verdura a Porta Romana, a Milano, diventato il punto di riferimento per i tifosi nerazzurri della zona: “Che festa dopo il gol contro l’Empoli”. Eravamo in zona per parlare con chi ha visto crescere il terzino dell’Inter e lo frequenta ancora: “Ogni tanto lo vedi: scende dalla sua Lamborghini, prende qualcosa dal padre e se ne va. Durante la partita Mondiali, con il campionato in pausa, lo abbiamo visto più spesso: veniva ad aiutare a scaricare le casse del mercato, con indosso una felpa e un cappuccio alzato. Ma lo abbiamo riconosciuto lo stesso e ci siamo fatti una foto insieme”, raccontano i ragazzi di Porta Romana . Altra storia è quella di Elena Marmugi, l’ex cantante che, come Lady Helena negli anni Novanta, faceva ballare le discoteche di mezza Europa e oggi usa la sua voce nel mondo del calcio: è l’unica portavoce donna in Serie A, a Empoli. “Ho realizzato un sogno – racconta – Per ora ho gridato poco sui gol in casa, ma la strada è lunga e l’emozione ogni volta è fortissima”. Ed è ambientato anche da quelle parti il mistero che Sportweek vi racconta questa settimana: quando nell’ottobre del 1954 un’amichevole tra Fiorentina e Pistoiese fu sospesa a causa dell’avvistamento di Ufo sopra lo stadio di Firenze e di strani fenomeni.
Gallinari
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L’altra intervista esclusiva che vi proponiamo è quella con Danilo Gallinari, tornato a giocare in NBA dopo 14 mesi di stop a causa di un infortunio al ginocchio che gli ha precluso una stagione con i Boston Celtics proprio quando, per la prima volta in carriera , partiva per vincere. A Washington sta scrivendo l’ennesimo capitolo della sua avventura americana iniziata 15 anni fa. “Tornare a giocare è stato bello: è quello che amo fare”, dice Gallo, che però aggiunge con un po’ di amarezza: “Mi sono fatto male contro l’Italia, ma da allora non ho più sentito nessuno. Comunque sono sempre a disposizione per la Nazionale: la prossima estate per me è un obiettivo”. Prima però c’è una stagione da onorare con i Wizards, che per la verità sono poco considerati: “Ma anche con i Clippers, in Oklahoma e ad Atlanta nessuno credeva in noi. E sappiamo come è andata a finire. ” E con Gallinari, a 35 anni, come andrà a finire? “Vorrei diventare come LeBron, il più anziano della NBA. Ma la vedo dura: è una leggenda e non riesco a immaginare che se ne vada tra un anno o due”. Non vi basta? Bene, perché su Sportweek sabato troverete molto di più. Con i nostri consueti colonne, il paradosso degli eterni perdenti del Tottenham che senza Harry Kane guidano la Premier League; la Top 11 di Cristian Brocchi; gli 80 anni di Roberto Boninsegna, l’uomo che aprì le marcature in Messico nella partita del secolo e poi segnò il gol Il pareggio per 1-1 in finale con il Brasile, la maratona di New York a colori tricolori e il nuovo “tennis” che arriva dall’America: il pickleball, che dopo tanti anni ha riportato in campo insieme Adriano Panatta e Paolo Bertolucci. , va da sé.
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