Inflazione ancora lontana dal 2%
Come previsto, la Fed mantiene i tassi stabili nel range 5,25%-5,50% come già fatto a settembre, ai livelli più alti degli ultimi 22 anni. È la terza volta, da marzo, che la Fed non interviene sul costo del denaro. Un livello così elevato, si legge nella dichiarazione, sarà mantenuto a lungo perché l’inflazione rimane ben al di sopra dell’obiettivo del 2% e il PIL è ancora robusto. Nel terzo trimestre la crescita si è avvicinata al 5%. Nella conferenza stampa finale, il presidente Jerome Powell non ha escluso nuovi interventi qualora la situazione dovesse cambiare. Wall Street cresce con il Nasdaq che guadagna circa un punto verso metà sessione.
La guerra in Ucraina e la crisi in Palestina
L’inasprimento del costo del denaro nell’ultimo anno e mezzo è stato deciso per contrastare l’impennata dei prezzi legata alle tensioni geopolitiche globali, a cominciare dalla guerra in Ucraina, alla quale si aggiunge ora il nuovo scenario di crisi in Medio Oriente. Sul fronte macroeconomico, il PMI manifatturiero statunitense è sceso a 46,7 in ottobre dal massimo di 10 mesi di 49 del mese precedente, ben al di sotto delle aspettative di 49, segnando l’undicesima contrazione consecutiva del settore manifatturiero statunitense. La soglia critica è di 50 punti: sopra questo livello significa che c’è crescita. Di seguito si trova la stagnazione che può trasformarsi in recessione con la progressiva caduta del pennino.
Ordini e produzione in calo
I dati hanno sottolineato l’impatto dell’aumento dei tassi, mettendo ulteriormente in discussione la capacità di ripresa dell’industria manifatturiera statunitense. La contrazione dei nuovi ordini si è fatta sempre più profonda (45,5 contro 49,2 di settembre), segnando il 14esimo calo consecutivo. Ciò è determinato dalla minore domanda nazionale ed estera. Di conseguenza, la produzione ha rallentato (50,4 contro 52,5), con una crescita che si è quasi arrestata a causa del forte calo degli ordini arretrati (42,2 contro 42,4) che ha compensato il calo della domanda di nuovi prodotti. Nel frattempo, l’occupazione si è contratta rispetto alla ripresa del mese scorso poiché le fabbriche hanno ridotto la capacità produttiva. Inoltre, i prezzi dell’offerta sono diminuiti per il sesto mese consecutivo, anche se a un ritmo più lento.
Occupazione in aumento
Il numero dei posti di lavoro disponibili è invece aumentato di 56.000 unità rispetto al mese precedente, raggiungendo a settembre i 9,55 milioni, il livello più alto degli ultimi quattro mesi, superando il consenso del mercato di 9,25 milioni. Le imprese private negli Stati Uniti hanno aggiunto 113.000 lavoratori alle loro buste paga in ottobre, al di sotto delle aspettative del mercato di un aumento di 150.000 unità. Tuttavia, i nuovi posti di lavoro hanno continuato a superare la soglia delle 70.000-100.000 ogni mese per accogliere la crescente popolazione in età lavorativa, suggerendo che il mercato del lavoro sta effettivamente mostrando segnali di graduale allentamento ma rimane robusto, anche a fronte delle misure restrittive della Federal Reserve.