La rivincita di De Jong, l’olandese “Luukinho” che ha eliminato l’Inter | Prima pagina

Uomo partita. Luuk De Jong è stato il migliore in campo nella partita più importante del Siviglia: doppietta in finale contro l’Inter, e meno male che non doveva giocare. Fino alla fine era in ballottaggio con En-Nesyri, Lopetegui ha schierato il titolare e lui ha risposto con una doppietta. Decisivo il 3-2 all’Inter. Due gol più la coppa, grazie. La sesta Europa League per il Siviglia, nessuno ha vinto di più. E Luuk l’ha cresciuta come protagonista al fotofinish: tre gol, quello della vittoria in semifinale contro il Manchester United e i due di ieri che hanno eliminato Antonio Conte. Criticato per quasi un’intera stagione, ieri si è preso la rivincita. Due gol, due colpi di testa. L’intuizione di chi ci vedeva da tempo: “So come gioca Navas sulla fascia, cerca sempre di sorpassare il difensore per crossare velocemente” ha detto dopo il gol con lo United. Copia e incolla alcuni giorni dopo: la croce di Gesù e la testa di Luuk. Piuttosto, Luukinho come lo chiamano fin dall’infanzia. Morto brasiliano, olandese nato in Svizzera, ad Aigle, città industriale che dal 1990 è sede dell’unione ciclistica europea.

L’INTUIZIONE – De Jong è un attaccante che ha sempre segnato gol: 28 l’anno scorso con il PSV, più di 100 in cinque anni. Attaccante di primo movimento, può giocare anche da esterno in un attacco a tre o dietro un attaccante nel 4-2-3-1. Segna e assiste, quasi 80 dall’inizio della sua carriera. Non male per un attaccante. Il Siviglia lo ha preso in estate al posto di Ben Yedder per 12,5 milioni di euro, intuizione del ds Monchi che aveva fiutato l’affare. C’è chi sostiene che abbia segnato pochi gol – 10 in questa stagione – ma quando ci arriva è sempre decisivo.. In Europa ma anche nella Liga, dove ha portato 6 punti al Siviglia, di cui i tre conquistati nel derby con il Betis. Cerca “De Jong” su Google e il primo risultato che viene fuori è Frankie, centrocampista del Barcellona. Relazione? Nessuno, solo un caso di omonimia.

PANE E SPORT – Il figlio di due giocatori di pallavolo professionisti, il fratello di Luuk (più grande, a un anno e mezzo di distanza) si chiama Siem ed è un centrocampista di Cincinnati in MLS. Così simili che quando erano piccoli li scambiavano per gemelli. Idee subito chiare per i fratelli De Jong, che hanno sempre preferito il calcio alla pallavolo, nonostante l’influenza di mamma Loekie e papà George. E da bambino era Siem il forte, che l’Ajax pescava nelle giovanili del De Graafschap lasciando Luuk lì. Questione di tempo, per chi sa aspettare. E oggi ha raccolto ciò che ha seminato tra lavoro e sacrifici.

TOP E FLOP – Fuori dal campo passa ore a giocare a Play. Fifa? Inoltre, ma Luuk è un nostalgico: tra i giochi preferiti c’è il vecchio Super Mario. È così appassionato della console che Play Station gli ha regalato un joystick dorato personalizzato. Come l’Europa League, che ieri si è alzata al cielo per la prima volta in carriera. Tre, invece, i campionati olandesi vinti con il PSV in cui c’era anche il napoletano Lozano. 10 anni fa ha contribuito al primo campionato vinto dal Twente nella sua storia, convincendo la dirigenza a vendere l’attaccante Blaise N’Kufo. Scelta pluripremiata, perché l’anno successivo De Jong esplode segnando 20 gol stagionali. Ha floppato al Borussia Monchengladbach e Newcastle prima di tornare in Olanda e firmare con il Siviglia in estate, che ha preferito a due proposte dal Messico. De Jong si è preso la rivincita regalando l’Europa League al Siviglia, e quelle critiche di inizio stagione si sono trasformate in applausi.

@francGuerrieri

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