La scommessa suprema di Trump

La decisione di Trump di nominare un candidato alla Corte Suprema meno di 40 giorni prima delle elezioni potrebbe essere uno dei più rischiosi della sua presidenza: e allo stesso tempo uno di quelli destinati a portare i maggiori risultati.

Il mondo di Trump è diviso in vinti e vincitori: Trump diventerebbe un perdente ai suoi occhi se non approfittasse dell’incredibile opportunità che gli è stata offerta per fare un favore alla sua base conservatrice e dare una spinta alla sua campagna per la rielezione. Ecco perché nessuno ha mai messo in dubbio che avrebbe fatto quello che farà domani: nominare un giudice ultra-conservatore al posto della liberale Ruth Bader Gisburg alla Corte Suprema americana.

La scommessa di Trump è che questa nomina galvanizzerà i nuovi elettori e lo aiuterà a vincere a novembre. In questo modo guadagnerebbe quattro anni alla Casa Bianca: ma a quale prezzo? Se Trump agisce senza rispetto per i suoi avversari, in futuro anche loro giocheranno allo stesso modo: chi vince prende tutto, senza rispetto delle regole – scritte e non scritte – della democrazia.

Il risultato è che la collaborazione tra le due parti potrebbe cessare del tutto, anche di fronte a crisi come il coronavirus: ei radicali di entrambe le parti finirebbero per perseguire politiche unilaterali, mandando in soffitta concetti come compromesso e consenso.

Il vero punto non è se Trump abbia o meno il diritto di nominare il giudice vacante in Corte Suprema: ne ha il diritto, sancisce la costituzione. Quello che non va è la volontà di sostituire la voce più liberale della massima corte americana con una voce ultraconservatrice, principio alla base di questa scelta: che non è importante trovare un modo per tenere insieme le diverse anime che compongono l’americano. sperimentare. Se un giudice conservatore, come Kavanaugh, Thomas o Gorsuch, avesse lasciato il tribunale la scorsa settimana per qualsiasi motivo, Trump non avrebbe fatto lo stesso sforzo che sta usando ora nella rapida ricerca di un successore.

Chi si oppone alla decisione di Trump insiste sul fatto che la composizione della Corte Suprema non dovrebbe essere il risultato di scelte di minoranza: e invece con la scelta di Trump lo sarebbe. Questo presidente, non va dimenticato, nelle ultime elezioni ha perso il voto popolare: più persone hanno votato per il suo avversario che per lui. È alla Casa Bianca grazie ai meccanismi della legge elettorale. Ma non si sente limitato da questo e continua, dicendo ai suoi sostenitori che sceglierà una donna e mantenendo alte le aspettative sul nome. In questo modo, Trump è di nuovo in controllo del circolo dell’informazione: negli Stati Uniti non si parla più della sua disastrosa gestione della crisi del coronavirus, ma solo dalla Corte Suprema.

I democratici non hanno molti modi per bloccare la candidatura: pochi sperano che un piccolo gruppo di senatori repubblicani ragionevoli possa fermare l’intero processo. Il partito repubblicano ha 53 seggi al Senato, contro i 47 dei democratici. Per approvare la nomina servono 51 voti: una minima differenza, che crea una pressione incredibile sui singoli. Quanti potrebbero sostenerlo anteponendo l’interesse generale degli Stati Uniti a quello a breve termine del vostro partito?

In definitiva, la scelta di riempire la Corte Suprema di conservatori potrebbe anche rivelarsi dannosa per i repubblicani, spingendo coloro che credono che questo organo debba rimanere equilibrato alle urne. Un sondaggio di Huffington Post / You Gov condotto dopo la morte di Ginsburg afferma che il 49% degli elettori americani che si sono iscritti al voto di novembre vorrebbe che il prossimo presidente scegliesse una Corte Suprema, contro il 36% che crede che tocchi a Trump.

Un altro sondaggio di Morning Consult / Politico mostra che la scelta influenzerà “molto” il voto del 60% degli elettori che si identificano come Democratici: ma solo il 54% di coloro che si identificano come Repubblicani. In altre parole, la decisione di Trump motiverà i suoi avversari più dei suoi sostenitori.

Lo dimostra anche il fatto che nelle ore successive alla morte del giudice Ginsburg, il sito del partito democratico è stato inondato di donazioni: 100mila dollari al minuto, secondo il New York Times. In tutto, in poco meno di una settimana, i Democratici hanno raccolto quasi 200 milioni di dollari.

Rabbia e passione potrebbero quindi spingere molte persone alle urne: una “Onda Azzurra” simile a quella che nel 2018 ha tolto ai repubblicani il controllo della Camera dei Deputati. Tra i politici democratici c’è chi parla di vincere la corsa alla Casa Bianca, poi di corsa al Senato e infine di cambiare la legge per aumentare il numero dei giudici in Corte Suprema, in modo che Biden – se vince – potrebbe farlo riequilibrare la corte. Ma questo lo dividerebbe ulteriormente: questo è precisamente ciò che rende così importante la decisione di Trump in questa fase. Questa è una scelta che ha il potenziale per influenzare il destino degli Stati Uniti per un futuro molto lungo.

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