RODIGO. L’emergenza forte inizia nei campi. Un grande focolaio con 97 casi positivi è stato identificato nella fattoria Francescon di Rodigo. Identificato ma, secondo l’Assessore al benessere della Regione Lombardia Giulio Gallera, anche limitato. Tre degli aspetti positivi hanno mostrato sintomi lievi, gli altri sono asintomatici.
Tutto è iniziato con il rapporto di un medico che nei giorni scorsi aveva visitato una persona con sospetto stato febbrile. La procedura è stata quindi attivata per sottoporre il soggetto al tampone rinofaringeo direttamente a casa sua. E il test ha avuto successo. A quel punto è stata attivata l’indagine epidemiologica per identificare parenti stretti nella famiglia e nell’ambiente di lavoro e per identificare possibili fonti di contagio.
Quando si rese conto che l’uomo lavorava in una grande fattoria, l’Ats Valpadana ordinò immediatamente un rapido lavoro di localizzazione. Il proprietario dell’azienda e il medico competente sono stati immediatamente contattati per verificare il ruolo del paziente nel processo di produzione e quindi organizzare uno screening generale su tutti i lavoratori dell’azienda. Ed è così che è emerso il numero molto elevato di aspetti positivi. 250 dipendenti devono essere sottoposti a un buffer. Finora 96 su 172 lavoratori sono stati positivi, oltre al caso che ha avviato l’indagine. Tutti hanno lavorato nel servizio di imballaggio e spedizione.
“Tutti i pronto soccorso sono stati allertati – conferma il direttore generale della società Carlo Poma di Mantova Raffaello Stradoni – e siamo in contatto diretto con gli Ats. Finora abbiamo avuto solo un ricovero in ospedale. Avrei preferito che non accadesse, ma in questo modo abbiamo avuto la conferma che la traccia sta funzionando bene, a partire dal medico che ha segnalato il caso sospetto, che poi si è rivelato positivo.
L’attività di screening proseguirà il 5 agosto con l’intervento dei medici dell’Usca (unità speciali di assistenza alla continuità) degli uffici di Mantova, Suzzara e Viadana, con il supporto degli operatori Ats, per testare tutti i dipendenti dell’azienda.
“Allo stesso tempo abbiamo iniziato – commenta Salvatore Mannino, direttore generale di Ats Valpadana – le indagini epidemiologiche (ancora in corso) sui casi identificati alla proiezione. Questi – aggiunge Mannino – hanno dimostrato che tre dei lavoratori positivi hanno sintomi lievi, mentre tutti gli altri sono asintomatici ».
ATS ha inoltre attivato il proprio servizio di sicurezza e prevenzione sul luogo di lavoro. Sono state inoltre predisposte misure straordinarie di sanificazione per tutti i locali.
«Le aziende agricole – conclude Mannino – per la loro organizzazione e per il tipo di lavoratori, devono essere considerati siti produttivi sensibili rispetto ai quali, già prima di questo rapporto, Ats ha già avviato la programmazione degli interventi di screening, anche in assenza di rapporti» . Il proprietario agricolo BrunoFrancescon sta lavorando a fianco dell’ATS e sta definendo il caso da risolvere “.