L’italiano che progetta il super computer quantistico: “Il più potente di sempre”

L’hanno affidata il compito di costruire il più potente computer quantistico mai concepito che sconvolgerà le capacità di elaborazione raggiunte finora. Ma di fronte al sfida non esita: entro cinque anni sarà pronto – risponde Anna Grassellino dal Fermilab di Chicago – perché useremo una nuova tecnologia che altri non hanno. È l’asso nella manica proprio una delle sue scoperte per la quale è stato addirittura premiato da presidente Obama nel 2017.

L’incarico

L’altro giorno lì casa Bianca, il National Science Foundation e il Dipartimento dell’Energia hanno annunciato insieme di aver scelto il Fermilab come la più importante istituzione americana per la ricerca in fisica fondamentale, insieme a quattro centri per affrontare il N.Iniziativa Quantistica Internazionale, cioè, il piano per trasformare il sogno del computer quantistico in realtà da molto tempo. Un piano simile condotto anche in europeo e in Cina. Creeremo la nuova macchina mentre gli altri centri affronteranno aspetti diversi, spiega Anna, che guiderà la nuova al Fermilab Superconducting Quantum Material and Systems Center di proposito creato con una sovvenzione di 120 milioni di dollari.

Fotoni e la scatola delle meraviglie

io computer quantistici sono una scatola delle meraviglie e hanno come protagoniste le particelle di luce, i fotoni, il fenomeno del teletrasporto e Qubit. Nei computer tradizionali ogni calcolo viene eseguito grazie ai bit che possono esprimere le due condizioni zero e uno. Nel computer quantistico, invece, il fotone può esprimere una gigantesca moltitudine di condizioni, anche contrastanti, secondo le conoscenze della fisica classica ma tipiche della fisica quantistica. Ultimamente Ibm, Intel, e specialmente Google hanno costruito i primi computer quantistici per con capacità molto limitate 50 Qubit.

Nuovi farmaci e una nuova rete

Il punto debole per cui i Qubit sono vulnerabili e quelli utilizzati finora rimangono per pochi microsecondi mentre con la nostra tecnologia ci vogliono due secondi – spiega Anna Grassellino -. Presto andremo oltre, ampliando enormemente le possibilità di elaborazione con cui progetteremo nuovi farmaci, concepiremo una nuova rete Internet ma saremo anche in grado di decifrare il mistero della materia oscura nell’universo. Per ottenere queste condizioni è necessario attenersi a tutto temperatura prossima allo zero assoluto (meno 273 C). Ed ecco che arriva il file collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) dove Anna, 39 anni, ha iniziato la sua carriera dopo la laurea in Ingegneria Elettronica presso l’Università degli Studi di Pisa.

Nel laboratorio Infn del Gran Sasso

Per la tesi, dopo una parentesi in Canada, era volata al Fermilab. È rimasto lì, conquistando i risultati che l’hanno portato a primeggiare questa impresa. L’Infn – dice – se ne accorgerà Laboratori del Gran Sasso apparecchiature criogeniche per i grandi sistemi di prova a freddo e Qubit. Italia l’unico Paese chiamato a collaborare al progetto vincendo un prestito di 1,5 milioni di dollari, grazie alla competenza in questo campo. Sono emozionata e molto carica – confessa Anna -. un’opportunità unica per costruire qualcosa di rivoluzionario che possa portare a scoperte straordinarie. Ovviamente mi sento il peso della responsabilità e immagino che incontreremo ostacoli di diversa natura. Ma in mio Esperienza ogni risultato, anche negativo, porta sempre a trovare qualcosa di inaspettatamente nuovo.

27 agosto 2021 (modifica il 27 agosto 2021 | 22:11)

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