Scontro molto duro a Tagada (La7) trad Meri Calvellidirettore del Centro scambi culturali italo-palestinesi Vik (dal nome del defunto Vittorio Arrigoni) e il corrispondente di Corriere della Sera Lorenzo Cremonesi sul bombardamento dell’ospedale battista arabo al-Ahli a Gaza City.
Cremonesi, collegato da Ashkelonuna città costiera israeliana situata a nord del confine con Striscia di Gazamenziona quanto accaduto lo scorso 16 ottobre: “Gli israeliani ci hanno subito detto che il missile caduto sull’ospedale di Gaza palestinese. E non ho dubbi che lo abbia fatto. Si è trattato di un missile di Hamas malfunzionante quello caduto nell’area dell’ospedale, peraltro – prosegue – provocando molte meno vittime di quelle denunciate da Hamas. Sarebbe stato nell’interesse dei palestinesi mostrare i morti e invece non lo hanno fatto, anche se lo hanno fatto giornalisti con telecamere sul postosemplicemente perchè non c’erano tutte quelle vittime“.
Amaro il commento di Meri Calvelli, che tra l’altro è anche collaboratrice della ong italiana Sindrome coronarica acuta (Associazione di Cooperazione e Solidarietà in Palestina): “Mi fa molto male che il signor Cremonesi ci dica in modo così cinico che non ci sono morti perché non ce li hanno fatti vedere. Basta andare su qualsiasi sito web, ovunque si vedono le file delle vittime del massacro dentro e fuori l’ospedale di Gaza“.
“Sto parlando dell’ospedale, signora – esordisce il giornalista – non degli altri morti. Non dire sciocchezze“.
“Sì, ho capito, si riferisce all’ospedale al-Ahli – risponde Calvelli – Le vittime non saranno 500, ma 450? Ma non diciamo che non ci hanno mostrato i morti.”
“No signora, ci saranno 4 o 5 morti. Sono molto pochi“, risponde Cremonesi.
Il direttore di Vik contesta anche l’affermazione del corrispondente del Corriere secondo cui ci sono giornalisti palestinesi ‘con le telecamere’ nelle zone più calde del conflitto: “Non è vero perché gli israeliani non fanno entrare nessun giornalista internazionale, guarda caso, lì dentro. I giornalisti palestinesi che si trovavano in quella zona furono uccisi. Invece vedo che sei molto tranquillo ad Ashkelon”.
Furiosa la reazione di Cremonesi: “Guarda, 10 anni fa entrai primo e rimasi 10 giorni. Sta parlando sciocchezze offensive“.
Calvelli chiede di non essere interrotto ma il giornalista risponde: “No, non la lascio parlare, perché lei mente ed è ideologica. Quindi non lo ascolto.”
L’operatore umanitario poi menziona l’ultimo dei reporter palestinesi uccisi, Roshdi Sarrajfondatore dell’agenzia di stampa Ain Media, ucciso ieri mattina nella sua abitazione in seguito ad un attacco israeliano. Sarraj, molto noto sui social, era figlio del sindaco di Gaza Yahya Al-Sarrajma soprattutto ne fu autore foto diventate famose e virali sul bombardamento israeliano di Gaza.
“C’è un numero molto elevato di giornalisti palestinesi uccisi – dice Calvelli – Sono loro che, come Roshdi Sarra, si recano in quelle zone per documentare e filmare ciò che accade. E proprio per questo Roshdi è stato preso di mira dall’esercito israeliano e ucciso“.