L’assemblea dei parlamentari di Movimento a 5 stelle aperto con l’intervento di Vito Crimi: il capo deputato politico apre i lavori della riunione congiunta spiegando i tre possibili scenari per i futuri M5. “Su questi vi chiedo di riflettere”, ha esordito secondo l’agenzia Adnkronos. La prima delle possibilità, illustrata con molte diapositive, prevede un voto immediato su Rousseau sul nuovo leader politico. L’alternativa è scegliere un organo collegiale, una sorta di segreteria politica: anche questa opzione passerebbe per una votazione sulla piattaforma M5s. Il terzo scenario: eseguire il Stati generali, guidato da una commissione composta da parlamentari, eurodeputati, consiglieri regionali e portavoce comunali (sindaci o amministratori).
L’assemblea è arrivata un momento molto difficile per il movimento, dopo la sconfitta alle elezioni regionali e in attesa di capire come verrà scelto il nuovo leader politico. Il rischio è che le dinamiche interne si riducano, come già evidenziato da molti big, a una vera e propria guerra tra bande. Oggi l’ha ribadito Roberto Fico: “Basta con le battaglie interne, dobbiamo avere una maggiore collegialità, perché alcuni problemi ancora vivi nel M5S derivano dall’eccessivo verticalismo che c’è stato”. E quelle parole, in molti, le hanno lette come un attacco all’ex leader politico (ancora molto presente) Luigi Di Maio. Un’altra riflessione che ha suscitato molte discussioni oggi è quella di Stefano Buffagni, Vice Ministro M5s: “Continuo la mia lotta”, ha scritto su Facebook, “anche se spesso è estenuante e demotivante: alla base c’è l’inadeguatezza di certe scelte, di alcune persone, e dei toni del Movimento 5 Stelle della situazione che stiamo affrontando. Spero che finiremo di fare struzzi, capendo nei modi e nei luoghi giusti come cambiare, inseguendo anche ‘i mercanti dal tempio’ “.
Secondo i parlamentari, la piattaforma Rousseau sarà il “primo” obiettivo di deputati e senatori. Come se le difficoltà organizzative non bastassero, un’altra guerra sotterranea in atto è proprio quella contro Davide Casaleggio. E non è un caso che gli Arbitri del Movimento, in questi giorni, abbiano aperto il procedimento disciplinare nei confronti di chi si è battuto per il No al referendum, procedura che si aggiunge a quella, indetta dallo stesso Casaleggio, per gli “arretrati” sui rapporti. E da alcuni gruppi l’accusa al numero uno di Rousseau non è marginale: avendo cambiato, sul sito tirendiconto.it, il termine per essere in regola con i rimborsi (non più entro aprile ma entro i due mesi precedenti) prima di inviare l’e-mail di avvertimento agli eletti. Termini che, pochi giorni dopo, sono stati poi ricambiati tornando alla scadenza iniziale di aprile.
In questi delicati equilibri interni, la figura di Giuseppe Conte. Chi oggi, intervistato da La Stampa, ha risposto a una domanda sulla possibilità che sia lui a guidare il Movimento. “Parla di un’esperienza straordinaria che ha innovato profondamente la politica italiana e che ora è chiamata a fare un salto che spero avvenga in seguito ad un confronto franco e sereno tra le varie anime. Per quanto mi riguarda, l’impegno del governo è assorbente e richiede la mia massima concentrazione ”. Insomma, diventare leader del Movimento non è nei suoi prossimi piani, ma non esclude categoricamente la possibilità di avere un ruolo (anche in vista della prossima legislatura).
Riguardo alle dinamiche interne al Movimento si è espresso anche il segretario Pd Nicola Zingaretti: “Non voglio sfuggire alle domande”, ha detto, “ma non è corretto che io parli, nel Movimento c’è dibattito e si conferma che M5s è composito, non è un monolite da dato alla destra di Salvini. Spero che l’esito del confronto interno porti alla comprensione che ora abbiamo una missione comune, abbiamo salvato l’Italia, ora abbiamo la missione di rilanciare l’economia, rimettere in campo un progetto, creare posti di lavoro e combattere le disuguaglianze “.
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