Il corpo di Mario Paciolla è arrivato in italia. Il corpo del 33enne collaboratore delLui-lei-it trovato morto nella sua casa di Colombia aveva subito un’autopsia una settimana fa nel dipartimento di Caquetá, per poi essere trasferito a Bogota nel quadro di una grande riserva, e poi essere imbarcato su un aereo diretto a Europa. Nel complesso è rimasta silenzio più totale: media e fonti ufficiali di Colombia e Italia non hanno fatto trapelare nulla fino all’arrivo.
I risultati dell’autopsia saranno divulgati solo tra una settimana, ma il ministero degli Esteri colombiano ha sperato che “le indagini avanzeranno con la velocità e l’efficacia che ci aspettiamo”. Seguendoli, vogliono chiarire Bogota, è il vice procuratore generale della Repubblica di persona, Martha Mancera. Grande collaborazione, quindi, da parte del governo colombiano di Ivan So, che ha assicurato: “Sarà fatto ogni sforzo per garantire che la giustizia esista e che non vi sia impunità”. Hanno confermato l’arrivo in Italia del corpo di Paciolla anche i suoi genitori: “Il corpo di mio figlio è arrivato in Italia, ma le indagini sono in corso e preferiamo non dire altro”, spiega Anna Motta, la madre della collaboratrice napoletana. “Sono tornato due ore fa da Roma. Siamo distrutti, è stata una giornata molto pesante “, conclude.
Carmine Mario Paciolla, è stato trovato morto nella sua casa di San Vicente del Caguán, a oltre 650 chilometri da Bogota, con segni di lacerazione ai polsi. “La scena è stata ricostruita come un suicidio per impiccagione”, legge il sito Web in cui è stata lanciata una petizione per chiedere giustizia sul caso, dato che le circostanze della sua morte non sono ancora state chiarite. Al giornale Repubblica la madre di Paciolla, originario di Napoli e con un lungo dorso esperienza internazionale, ha spiegato che negli ultimi giorni suo figlio era preoccupato perché dopo aver discusso con i suoi capi era “scivolato in un pasticcio”.
UN San Vicente del Caguán Paciolla viveva nel quartiere Villa Ferro, una città nota per essere stata il luogo di falliti negoziati di pace tra le forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC) e il presidente negli anni ’90 Andrés Pastrana. È stato proprio nelle relazioni tra le FARC e il governo che è stato coinvolto il lavoro di Paciolla, impegnato nel monitoraggio del rispetto degli accordi di pace tra le due parti. La petizione online che cerca di dare visibilità e rendere giustizia alla morte del giovane ha già raggiunto 57.000 firme. Amici, nel frattempo si sono già mobilitati: “Temiamo un nuovo caso Regeni”, hanno detto. “Non risparmieremo alcuno sforzo per far luce su questa tragica vicenda, c’è il massimo impegno da parte mia e della Farnesina” per scoprire la verità su ciò che è accaduto a un “giovane brillante impegnato in una missione molto delicata”. Così rassicurato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio nel tempo delle interrogazioni al Senato.
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