Inesauribile Thomas Ceccon: dopo l’oro nei 50 farfalla, il nostro campione di versatilità conquista anche l’argento nei 100 dorso. Non può esserci un minimo di rammarico, però, visto che nella disciplina Thomas era il campione del mondo in carica (oltre che detentore del record mondiale). Ha battuto di cinque centesimi lo statunitense Ryan Murphy in 52”22, mentre Thomas ha chiuso in 52”27 davanti all’altro statunitense Armstrong (52”58). Una gara combattuta, con il cinese Xu, dato tra i favoriti, fuori dal podio.
Argento quadrato
Simona Quadarella
si conferma la prima delle razze umane: nel 1500, alle spalle dell’americana Katie Ledecky che gareggia in proprio e animata anche lei dalla voglia di rifarsi dei 400 travolti dal fenomeno Ariarne Titmus, è tornata SuperSimo.
Solida, costante, lasciando andare Ledecky che parte come un razzo, Simona ingaggia un testa a testa con il 21enne australiano Pallister. A un terzo dall’inizio della gara Quadarella, 24 anni, di Roma, è secondo di poco, ma da lì in poi il vantaggio cresce: 2” di vantaggio negli 800 metri, nei 1000 ci sono ben cinque metri tra i due nuotatori. C’è tempo anche per gestire un po’ di sofferenza, ma la Pallister non è da meno in difficoltà, anzi in finale verrà beffata dalla cinese Bingjie Li, bronzo (15’45”71), che per un attimo sembra impensierire anche Simona. Ma è solo un attimo perché in realtà non ce n’è, Quadarella – che la mamma da bambina chiamava “veleno” per la sua cattiveria agonistica – è un dolcissimo argento in 15’43”31, seconda prestazione personale di sempre (Ledecky, avanti di un’eternità, chiude in 15’26”27, ma non è una sorpresa, è il 20° oro mondiale di una carriera stratosferica). «È come se avessi sollevato un peso – le prime parole di Simona -, sono davvero contenta, questa volta non ci avevo nemmeno pensato, tra l’altro ho nuotato da sola per gran parte della gara, se fossi stata in battaglia con qualcuno forse avrei fatto anche meno. Ho ripreso una medaglia in questa gara dopo quattro anni. Non è stato per niente facile, soprattutto mantenere l’equilibrio mentale, ma ero ben preparato. Ho preso tante delusioni che mi hanno fatto crescere».
Il riferimento è ai due quinti posti, un anno fa ai Mondiali di Budapest, e soprattutto ai Giochi di Tokyo, risultato che Simo non aveva mai digerito, nonostante poi avesse vinto il bronzo negli 800 alle Olimpiadi. Ma il 1500 rimase un conto aperto: ora chiuso.