Pensioni, quanto in più spetta nel 2024 grazie al taglio dell’Irpef

A differenza di quanto accaduto con il taglio del cuneo fiscale, applicato solo ai dipendenti, i pensionati trarranno beneficio da Riforma Irpef che è attualmente allo studio del governo.

IL revisione degli scaglioni e delle aliquote fiscalisi applicherà, infatti, a tutte le tipologie di reddito delle persone fisiche, generando così anche una minore ritenuta annua sulla pensione con conseguente incremento dell’importo netto con lo stesso lordo.

Le informazioni ufficiali su come verranno riviste le aliquote Irpef a margine dell’attuazione della prima parte della riforma fiscale, per la quale una parte delle risorse è riservata alla Nadef, arriveranno nelle prossime settimane quando si terrà il Consiglio dei ministri. approva il primo disegno di legge di Bilancio 2024.

Sembra però ormai che l’idea su come rivedere le aliquote Irpef sia chiara e definita: tra le varie ipotesi allo studio, infatti, il governo ha preferito quella che garantirà un risparmi più o meno per tutti (escludendo di fatto solo chi ha un reddito molto basso), ma per una cifra che al massimo può arrivare a i 260 euro all’anno.

Come vengono riviste le aliquote Irpef (anche per le pensioni)

Oggi si applicano alla pensione lorda Irpef (con relative detrazioni), oneri aggiuntivi regionali e comunale. Mettiamo da parte quest’ultima e concentriamoci sull’imposta sui redditi delle persone fisiche, trattenuta mensilmente in busta paga sulla base di una presunzione su quello che sarà il reddito annuo generato dalla pensione, con la possibilità che vi sia un ricalcolo in corso d’opera. aggiustamento favorevole o sfavorevole a seconda dei casi.

Nel dettaglio, oggi il Applicate aliquote Irpef sono uguali a:

  • per la prima 15mila vengono calcolati gli euro di reddito 23%;
  • fra 15mila e 28mila vengono calcolati gli euro di reddito 25%;
  • fra 28mila e 50mila vengono calcolati gli euro di reddito 35%;
  • sopra i 50mila euro del reddito viene calcolato 43%.

Con la sola eccezione della tredicesima, per le rate mensili si applica l’aliquota Irpef dello scaglione di riferimento solo sulla parte di reddito che ne fa parte. Ad esempio, su un reddito di 45.000 euro, sui primi 15mila euro si applica il 23%, sui successivi 13mila il 25%, sui restanti 17mila euro il 35%.

Ciò significa che del taglio di una delle suddette aliquote andranno a beneficio tutti coloro che hanno almeno una parte del proprio reddito ricompreso in quella specifica fascia. A questo proposito, dopo la riforma dell’Irpef che dovrebbe essere autorizzata dalla Legge di Bilancio 2024, le aliquote potrebbero essere le seguenti:

  • per la prima 15mila l’euro resta invariato 23%;
  • il livello intermedio 15mila e 28mila l’euro verrebbe accorpato al primo, con un tasso quindi sempre pari a 23%;
  • le altre due parentesi rimarrebbero invariate, con a 35% fra 28 e 50 miglia euro e a 43% sopra questa soglia.

In effetti, sì risparmia il 2% sulla parte di reddito riferita alla seconda fascia, compresa tra i 15 e 28 mila euro.

Quanto aumenta la pensione?

Alla pensione mensile verrebbe così sottratta un’imposta minore rispetto a quella trattenuta nel 2023. Ma va detto che Non saranno grandi numeri: nella migliore delle ipotesi, infatti, ci sarà qualche decina di euro in più sulla pensione netta.

Chi godrà del massimo vantaggio generato da questa operazione sarà chi possiede un reddito di almeno 28 mila europer il quale il 2% in meno sui 13 mila euro della seconda fascia equivale ad un risparmio annuo di 260euroquindi approssimativamente 20 euro in più al mese.

Chi percepisce meno se la passa peggio: si pensi ad esempio ad uno pensione di 1.800 euro lordi, 23.400 euro all’anno. In questo caso il risparmio annuo sarà giusto 168eurocirca 13 euro di più al mese.

Non ci sarebbero, però, vantaggi per le pensioni più basse: entro 15mila euro l’anno, infatti, l’aliquota rimarrebbe invariata senza quindi alcun vantaggio sull’Irpef.

We will be happy to hear your thoughts

Leave a reply

Galileus Web