Rete unica per banda larga, lunedì il primo passo. I mercati si sono concentrati sul PIL italiano nel secondo trimestre

MILANO – Dopo un’estate di trattative, lunedì la prima pietra dovrebbe essere posata dai consigli di amministrazione di Tim e Cassa Depositi e Prestiti per creare il rete unica per la banda ultralarga in Italia. All’ordine del giorno ci sono infatti i consigli straordinari di Tim e CDP, per la firma del momorandum d’intesa – una lettera di intenti – per delineare il progetto di rete unica.

Sul primo lato, quello dell’ex monopolista, in rampa di lancio è anche l’azienda FiberCop: il veicolo su cui confluirà la rete secondaria di Tim (quella dagli armadi in strada alle case), con il contributo di Fastweb di il suo 20% di Flash Fiber, joint venture in rete tra Fastweb e Tim, sale in cambio al 4,5% della nuova società. Il fondo americano Kkr investirà anche in FiberCop, con un chip da 1,8 miliardi per il 37,5%, mentre è già stato raggiunto un accordo di coinvestimento con Tiscali che potrebbe poi portare a una partecipazione diretta.

A sua volta, FiberCop dovrebbe ricevere la CDP in un secondo momento mediante il trasferimento dell’infrastruttura di Open Fiber, società partecipata al 50% da Cassa con Enel. L’azienda elettrica, però, sta per ricevere un’offerta vincolante dal fondo Macquarie per la vendita della sua metà di Open Fiber, per una valutazione indicata nell’ordine dei 7,7 miliardi. Tutti questi soggetti dovrebbero convergere nell’unica azienda della rete, con la possibilità di avere in un terzo tempo anche l’assegnazione della rete primaria di Tim. Dopo la mediazione del governo, il piano spiegatoRepubblica si aspetta che Tim abbia la maggioranza della società, ma per garantire l’imparzialità e la neutralità della rete, il CDP esprimerà la maggioranza del consiglio. Un approccio che, almeno per il momento, sembra aver vinto anche l’iniziale scetticismo di operatori come Vodafone, Sky e WindTre che sono stati convocati dai ministri competenti e hanno ricevuto rassicurazione sulla volontà di realizzare un’infrastruttura aperta a tutti.

L’evoluzione della vicenda rete unica è solo una delle partite aperte per il governo, che in questi giorni deve confrontarsi anche con i nodi di Alitalia, Ilva, Atlantia-Autostrade per l’Italia e in prossimità della risoluzione del gioco della compravendita di Borsa Italiana dal gruppo britannico Lse.

I mercati si concentrano poi sui dati macroeconomici riguardanti il ​​Bel Paese: ancora lunedì l’Istat diffonde i prezzi al consumo ad agosto ei conti economici del secondo trimestre, con la stima finale del PIL nei mesi del blocco. Nella lettura preliminare l’istituto ha registrato una flessione del 12,4% sul trimestre precedente e del 17,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E ha parlato di “una contrazione della crescita senza precedenti (il valore più basso dal primo trimestre 1995, periodo di partenza dell’attuale serie storica) dovuta al pieno sviluppo degli effetti economici dell’emergenza sanitaria e delle misure di contenimento adottate” .

Tra i dati macro, martedì mattina c’è attesa per l’indice PMI manifatturiero preparato da His Markit – e considerato un indicatore dello stato di salute dell’economia – di Eurozona, Italia, Germania, Francia e Spagna per agosto (definitivo) e in il pomeriggio degli USA. Per i servizi e le PMI composite (manifatturiere e servizi) calcolate da Ihs Markit – che registra le indicazioni dei responsabili acquisti – e per avere una visione più dettagliata bisognerà attendere giovedì. Tutti dati che serviranno ai mercati per capire l’andamento dell’economia e che quindi influenzeranno il suo esito durante la settimana.

L’ultima, intanto, si è conclusa debole e in ribasso per i principali mercati europei, con la seduta di venerdì segnata dalla volatilità, mentre a Wall Street Nasdaq e S&P hanno continuato a macinare nuovi record sulla scia del discorso del presidente di Jackson Hole della Fed, Jerome Powell , che ha annunciato l’inversione di tendenza anti-crisi dell’istituzione centrale statunitense. Il Dow Jones, che aveva perso il 37% a marzo, è tornato ai livelli pre-Covid con il rally delle ultime settimane, cancellando tutte le perdite accumulate durante la pandemia, mentre il Nasdaq è ora di circa il 30% sopra la quota di inizio 2021. e l’S & P 500 si prepara a chiudere il miglior agosto dal 1986. La politica monetaria è ancora più accomodante annunciato dalla Fed ha fatto affondare il dollaro, che nelle ultime sedute ha continuato a perdere terreno nei confronti delle principali valute. L’euro ha chiuso fortemente venerdì, superando 1,19 $ (1,1902). Anche il dollaro / yen è sceso a 105,28, con acquisti sulla valuta giapponese che si sono intensificati anche sulla scia della notizia delle dimissioni del premier Shinzo Abe per problemi di salute.

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