Quando la Ministro della Pubblica Istruzione Lucia Azzolina, durante la conferenza stampa con il Primo Ministro Giuseppe Conte per presentare le linee guida per la riapertura della scuola, ha mostrato la foto dei suoi banchi, Stefano Ghidini ha avuto un momento di orgoglio. Ma è durato un momento. Nel giro di poche settimane, il suo nome e quello della sua compagnia, il gruppo C2, finirono nella tempesta. C’è chi ha insinuato di avere un legame privilegiato con il ministro, chi ha ipotizzato il conflitto di interessi, chi ha immaginato speculazioni nascoste. E così ha deciso: non parteciperà alla gara d’appalto europea lanciata dal commissario Domenico Arcuri per la fornitura di 3 milioni di banchi di scuola.
Perché ha deciso di non partecipare alla gara ?
Il lavoro che svolgo con le scuole e non è mai stato solo marketing. La mia azienda ha supportato le scuole più innovative alla ricerca di soluzioni adatte per un nuovo insegnamento.
Hai avuto pubblicità per la foto presentata da Azzolina?
Purtroppo no, al contrario ha portato a una banalizzazione del nostro lavoro. Comprensibilmente, sono molto felice che il ministro abbia riconosciuto il valore di un prodotto che abbiamo iniziato a importare e commercializzare molti anni fa, ma vogliamo salvaguardare la serenità dell’azienda e delle persone che vi lavorano.
Conosci il ministro?
Non ho mai avuto il piacere, anche se non mi nascondo, sarei felice di poter condividere quanta bellezza abbiamo fatto in 10 anni nelle scuole; Vorrei non essere visto come “l’uomo delle sedie”, ma di un gruppo di persone che, oltre a fornire decine di migliaia di dispositivi per il DaD in 3 mesi e aver creato contenuti educativi gratuiti visualizzati da oltre 100.000 insegnanti e studenti, continua a cercare soluzioni testandole con insegnanti provenienti da tutta Italia.
Perché hanno ipotizzato che ci fosse un legame tra di voi?
Probabilmente perché hanno dato vita a una soluzione commercializzata da noi nelle scuole italiane.
Che fatturato ha la tua azienda e quanti dipendenti?
Circa 40 milioni e 45 dipendenti.
Quanto è cresciuta la tua azienda negli ultimi anni?
Mantiene una crescita costante gestibile di circa il 10% all’anno con una leggera diminuzione controllata nel 2019.
Che tipo di panche offre e perché?
Cerchiamo di commercializzare banchi, sedi e in generale soluzioni che facilitino nuove metodologie di insegnamento, valutando come la tecnologia può essere integrata nelle classi studiando e confrontandoci con i principali organismi di ricerca nazionali e internazionali. Per quanto riguarda la sedia Node – la famosa sedia per banchetti con ruote, Ed– l’abbiamo provato per caso circa 8 anni fa a Londra e abbiamo subito capito che avrebbe potuto essere una delle soluzioni innovative da portare in Italia.
Quanto costano ? E perché costano così tanto?
Il cliente che acquista 1 o 2 oggi spende circa 320 IVA, ma grazie all’ottimizzazione dei costi di trasporto e agli sforzi del produttore siamo in grado di applicare sconti maggiori rispondendo alle varie gare. Certamente costa molto perché non è solo un “pezzo di plastica”: un insieme di ricerca, brevetti, tecnologia, certificazioni ambientali e garantiti per 12 anni e su alcuni componenti a vita. In 8 anni non abbiamo mai dovuto sostituire nemmeno una ruota.
I produttori dicono non essere in grado per fornire i 2,4 milioni di banchi richiesti, che impiegherebbero 5 anni per produrre: cosa ne pensi? Per quanto riguarda la “sedia innovativa”, la richiesta minore (stiamo parlando di 440.000 pezzi richiesti dalle scuole); dopo diversi giorni di discussioni con il produttore, saremmo stati in grado di soddisfare la richiesta in pochi mesi; ma purtroppo l’annuncio non prevede confronti o consegne sfalsate, prevede la consegna entro la fine di agosto.
Quindi non ci sono condizioni secondo te per fornirle in tempo? Sfortunatamente, entro la scadenza dell’annuncio, potrebbe essere soddisfatta la necessità di alcune regioni e non di tutta l’Italia, e questa è una delle tante ragioni che ci portano a desistere perché crediamo nelle pari opportunità. I banchi sono così importanti per la ripresa della scuola? Da quanto appare dalla richiesta delle scuole italiane sembrerebbe così; onestamente mi sembra che la scelta della “sessione innovativa” sia stata presa con un po ‘troppo leggerezza da molte scuole; deve essere condiviso con gli insegnanti e non può essere “imposto dall’alto” perché è innovativo e colorato. La presenza di questi implica un desiderio di rimodellare lo spazio e l’insegnamento e un attivatore del desiderio di cambiare; Il 17% delle richieste totali ovviamente troppo.
Potresti cambiare idea se tentassero di convincerti, dal momento che esiste il rischio che non ci siano abbastanza banchi per il recupero?
Non parteciperò se le condizioni non cambiano, anche se sono parzialmente in grado, perché ritengo che sia sbagliato fornire queste soluzioni in modo massiccio e semplicemente risolvere l’emergenza. Siamo certi che altri operatori saranno in grado di rispondere alle richieste del ministero, ma è essenziale prestare attenzione alla qualità del prodotto scelto.
Stai dicendo che la concorrenza rischia di non fornire i banchi di scuola giusti? Sì, le specifiche sono veramente generiche e le caratteristiche gratificanti indicate in gara annullano il significato di questo prodotto; ad esempio le ruote bloccabili renderebbero questo strumento pericoloso in quanto tenderebbe a sbilanciare; lo stesso problema è la regolazione in altezza che sposta il baricentro. Non si parla di antipanico (la possibilità di uscire rapidamente dalla sedia) e di molte altre caratteristiche che hanno reso il prodotto che offriamo unico e copiato in tutto il mondo. Soprattutto chiedono nell’annuncio di allegare una dichiarazione di alcune scuole che certificano di usarli e che soddisfano i requisiti: dichiarazione molto difficile da rilasciare per prodotti non originali non ancora commercializzati in Italia.
27 luglio 2021 (modifica il 27 luglio 2021 | 13:54)
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