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È chiamato Marco Musumeci il supertestimone che per primo ha lanciato l’allarme la notte dell’11 novembre, intorno alle 23,15, dopo aver sentito Giulia Cecchettin e Filippo Turetta nel parcheggio a 150 metri dall’abitazione della ragazza. «Sì, sono stato io quella notte a chiamare il 112, ovviamente. Che ora era? Verso le 23 e un quarto, più o meno. Ho sentito una richiesta di aiuto? Non posso fare ulteriori dichiarazioni. Ho già raccontato tutto alla polizia e alla famiglia della ragazza”, ha detto l’uomo al citofono di casa sua.
La ricostruzione di quei ventidue minuti
È anche dalla storia di Musumeci che le indagini sono iniziate e stanno ora proseguendo con qualche dato in più. In particolare su orari e spostamenti. Alle 23:18 il testimone ha denunciato l’aggressione in via Aldo Moro, a circa 150 metri da casa Cecchettin.
Il secondo attentato a Fossò
Dalle telecamere di fossolontano da Vigonovo Dopo circa 6 chilometri, è poi emerso che Giulia, ferita ma non in modo grave, sarebbe riuscita a scappare, inseguita da Filippo, che l’ha scaraventata a terra, è caduta a livello del marciapiede e non si è più mossa. L’aggressore la sposta, poi va a prendere l’auto, probabilmente la mette sul sedile posteriore e scappa. È stato poi ritrovato sangue sul marciapiede con capelli sul bordo della strada e un pezzo di nastro di tela argentata imbevuto di sangue e capelli “probabilmente applicato sulla vittima per impedirle di parlare”, scrive il giudice. Anche qui è stata ritrovata un’impronta di scarpa macchiata di sangue, ritenuta compatibile con quella del parcheggio di Vigonovo. Erano le 23:40. Alle 23.50 il Punto nera si è allontanato dalla zona, poi è stato avvistato in diversi punti delle province di Venezia e Treviso. L’ultimo scatto è alle 9.07 del 12 novembre, da Cortina verso Dobbiaco.
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