Donald Trump urla che i suoi processi sono una “caccia alle streghe” per impedirgli di riconquistare la Casa Bianca alle elezioni del 2024 ma in realtà il criminale ex presidente potrebbe essere escluso dalla corsa ancor prima che si aprano i dibattiti in aula. Due costituzionalisti come Lawrence Tribe e Michael Luttig ne hanno spiegato il motivo: si tratta del XIV emendamento, approvato subito dopo la Guerra Civile.
La sezione 3 dell’emendamento, scrivono Tribe e Luttig su The Atlantic, “esclude automaticamente da qualsiasi futuro incarico e posizione di potere nel governo degli Stati Uniti (…) chiunque abbia giurato di sostenere e difendere la nostra Costituzione e successivamente si ribelli a essa sacra carta, sia mediante un’insurrezione, sia prestando aiuto o sostegno ai nemici della Costituzione”. Ratificato nel 1868, l’emendamento aveva come scopo principale quello di difendere gli ex schiavi dalle discriminazioni stabilendo che “tutte le persone nate o naturalizzate negli Stati Uniti e soggette alla sua giurisdizione sono cittadini degli Stati Uniti e dello Stato in cui risiedono”. “.
TUTTAVIA, La sezione 3 riguardava gli ex sudisti, che tentarono di riconquistare il potere negli stati secessionisti approfittando delle numerose grazie generosamente concesse dal presidente Andrew Johnson, insediatosi grazie all’assassinio di Lincoln nel 1865.
Tribe e Luttig sostengono una tesi molto semplice: quanto visto in televisione il 6 gennaio 2021, gli incitamenti di Trump alla folla che ha invaso la sede del Congresso, le sue dichiarazioni prima e dopo l’assalto sono più che sufficienti per stabilire che si sia trattato di un” insurrezione” e quindi impedirgli di aspirare a qualsiasi carica pubblica, compresa la presidenza.
Di più: l’emendamento entrato nella Costituzione è “autoapplicabile” cioè non necessita di procedimento giudiziario, quindi per i candidati iscritti nei 50 Stati, gli uffici della segreteria di Stato possono semplicemente rifiutare l’iscrizione di Trump nelle liste dei candidati. Naturalmente Trump farebbe appello ma i giudici, almeno negli Stati a maggioranza democratica, difficilmente sarebbero d’accordo con lui.
A lui rimarrebbe la Corte Suprema, teoricamente amica visto che ha nominato tre dei nove giudici, ma anche lì il verdetto non è scontato: alcuni giudici conservatori potrebbero pensare di difendere gli interessi del partito repubblicano invece di quelli del partito repubblicano. Briscola. E l’interesse del partito, in realtà, sarebbe quello di poter avere come candidato alle presidenziali un politico diverso da Trump, che non ha mai ottenuto la maggioranza dei voti popolari: né nelle elezioni del 2016 né in quelle del 2020. Basterebbe il tribunale John Roberts e un altro giudice conservatore, alleato dei tre giudici progressisti, per respingere i ricorsi di Trump e condannarlo a una morte politica definitiva.
IN UNA SOLUZIONE lo sperano (senza ovviamente poterlo dire) gli altri sette candidati repubblicani visti tre giorni fa sul palco di Milwaukee per il primo dibattito del ciclo elettorale 2024. Liberarsi di Trump con una sentenza sarebbe un vantaggio per il partito: il candidato diventerebbe qualcuno senza accuse molto pesanti sulle spalle, magari figure relativamente tradizionali come Nikki Haley o Chris Christie, che avrebbero maggiori possibilità contro Biden.
Tutto ciò avverrebbe a prescindere dai quattro processi, con 91 accuse, che potrebbero far finire in prigione l’ex presidente criminale per molti, molti anni. Il primo, quello di Atlanta, dovrebbe iniziare a brevissimo, il 23 ottobre.