In seguito aindiscrezione distribuito nelle ultime settimane attraverso l’agenzia, Reuters torna oggi per parlare della possibile stretta di mano tra TIM e Fibra aperta (controllato da Enel e Cassa Depositi e Prestiti) per la creazione del cosiddetto Rete singola nel Italia. I prossimi giorni si riveleranno di importanza cruciale secondo quanto dichiarato da una fonte che è rimasta anonima, ma che si ritiene sia a conoscenza dei fatti.
Mentre il collasso di qualsiasi possibilità di una soluzione a breve termine è stato indicato da diverse parti, descrivendo una situazione impantanata destinata a essere risolta solo nel giro di molti mesi, ora invece sta riaprendo uno scenario a breve termine che sarebbe di fondamentale importanza sotto molti punti di vista.
TIM-Open Fiber: accordo sul modello Openreach?
L’obiettivo è accelerare il processo di digitalizzazione nel paese passando da una distribuzione più diffusa di connessioni a banda ultra largacoinvolgendo operatori di terze parti e offrendo un servizio migliore e una maggiore libertà di scelta agli utenti finali. Prima di poter raggiungere l’accordo, tuttavia, ci sono alcuni problemi da affrontare principalmente a causa delle affermazioni fatte da TIM che vorrebbero mantenere il controllo della realtà neonatale. È per questo motivo che Roberto Gualtieri, ministro dell’Economia, avrebbe chiesto alle parti di firmare una lettera entro la fine del mese Nota d’intesa in modo che possiamo fare un significativo passo avanti.
Sarebbe un passo storico, chiariamoci: dalla pressione sull’incumbent alla possibilità di esproprio sulla rete, passando attraverso le ipotesi di accordo negli anni successivi alla nascita di OpenFiber come nuova entità per creare una leva competitiva su quale avviare qualsiasi negoziazione sulla futura gestione dell’infrastruttura di rete del paese.
A complicare ulteriormente la situazione, le aperture di TIM e Open Fiber verso realtà straniere: il primo avrebbe avviato una discussione con il fondo statunitense Kohlberg Kravis Roberts per vendere circa il 40% delle sue attività legate alla gestione dell’ultimo miglio, il secondo sarebbe invece in trattativa con l’australiano Macquarie vendere almeno parte del pacchetto controllato da Enel per un investimento multimiliardario. Abbiamo bisogno di soldi, ma ci sono grandi ambizioni sul piatto: raggiungere un punto di equilibrio è tanto complesso quanto delicato ogni mossa in una situazione così cruciale per il destino del progetto. Qualsiasi interferenza straniera deve anche essere esaminata molto bene per motivi di sicurezza: con la presenza di una “rete unica” questo aspetto sarà anche di fondamentale importanza agli occhi delle istituzioni.
Secondo l’indiscrezione di oggi, il Modello Openreach nel Regno Unito, mantenendo la struttura della rete aperta e accessibile a tutti gli operatori del mercato. Openreach è gestito al 100% da BT (ex British Telecom) e controlla la rete a banda larga sul territorio britannico, consentendo a terze parti come Sky e TalkTalk di utilizzarla per la fornitura di servizi di connettività ai clienti.