L’aspetto è quello di un maxi-processo, il primo dell’era della grande tecnologia: per la prima volta Amazon, Facebook, Apple e Alphabet-Google insieme al bar prima del Congresso per rispondere alle accuse di pratiche anticoncorrenziali. Mercoledì mattina i quattro giganti delle tecnologie digitali saranno rappresentati dai loro leader – Jeff Bezos, Mark Zuckerberg, Tim Cook, Sundar Pichai – e non dai loro delegati come è accaduto spesso in passato.
L’attesa per Bezos
Grande atteso soprattutto per Bezos: il fondatore di Amazon (un gigante che si considera un benefattore dei consumatori, mentre per gli avversari un polpo) ha beneficiato della crisi del coronavirus (la ricchezza personale è salita a $ 180 miliardi, mentre il valore di Amazon è aumentato di oltre il 50% nel 2021) proprio mentre le economie mondiali stavano cadendo in depressione. Bezos avrà anche molto da spiegare perché non parla quasi mai (nell’ultima intervista significativa, pubblicata due anni fa in Cablata, discusse principalmente dei programmi spaziali della sua origine blu).
Pratiche anticoncorrenziali
Amazon accusato di pratiche anticoncorrenziali per come domina il mercato americano dello shopping online e come utilizza i dati delle aziende che vende attraverso i suoi canali per sviluppare la propria linea di prodotti in concorrenza con quelli dei suoi clienti. La società ha negato al Congresso di aver usato metodi errati, ma un’indagine del giornale di Wall Street dimostrato diversamente costringendo Amazon ad aprire un’indagine interna.
L’umore dell’opinione pubblica
Anche Apple è accusata per la sua gestione prepotente e poco trasparente dell’app store, mentre Facebook e Google sono ora considerati quasi monopoli dei social network e dei motori di ricerca. Dopo decenni in cui queste aziende sono state elogiate e hanno permesso tutto (Zuckerberg risponderà alle accuse di monopolio secondo cui all’epoca il governo ha autorizzato l’acquisto di Instagram e Whatsapp da parte di Facebook), l’umore dell’opinione pubblica e la politica sui giganti digitali sono cambiati .
L’udito
L’audizione dinanzi al sottocomitato antitrust della Camera arriva più tardi un’sondaggio della durata di 13 mesidurante il quale queste società hanno consegnato 1,3 milioni di documenti al Parlamento. Ma non è necessario fare troppe illusioni sull’esito dello scontro di oggi: nei prossimi mesi la Camera redigerà un rapporto che dovrebbe servire da traccia per gli interventi regolatori che saranno adottati nella prossima legislatura. In breve, tutto dipenderà dalle elezioni (presidenziale e parlamentare) il prossimo 3 novembre.
Testimonianze di videoconferenza
Interventi non facili: questi gruppi (insieme valgono 5 trilioni di dollari) sono un potere di regolazione, ma sono anche un motore di crescita in periodi di recessione. La formula del processo, quindi, è una finzione: l’impatto dei media non sarà quello dei quattro al bar perché le testimonianze arriveranno tramite videoconferenza. La contemporaneità degli interventi – desiderati dalle aziende – farà anche domande impossibili che vanno molto in profondità, mentre, parlando a raffica, Bezos, Zuckerberg, Cook e Pichai saranno in grado di insistere su quanto bene le loro aziende hanno fatto negli ultimi anni e come il ritorno alle vere regole antitrust potrebbe frenare i giganti americani nella battaglia con i rivali cinesi.
Lo scontro con la Commissione europea
Quanto sono state sfacciate queste aziende Facebook che due giorni fa, sottoposto a un’indagine antitrust da parte della Commissione europea, l’ha denunciata dinanzi al tribunale europeo di Lussemburgo accusando i funzionari dell’Unione di porre domande troppo perspicaci che influirebbero anche sulla privacy dei dipendenti dei social network.
28 luglio 2021 (modifica il 28 luglio 2021 | 23:25)
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