Usa, la richiesta della Casa Bianca: “Trump anche tra i volti del Monte Rushmore”

Che Kristi Noem, il governatore repubblicano del South Dakota, sia un feroce e fedele fan di Donald Trump non è un mistero. Che Il Paperino, nel suo immenso ego, abbia sognato che il suo volto sarebbe stato impresso nella memoria eterna, lo ha fatto sapere lui stesso. Ciò che non era noto – e ora rivela il New York Times – è che uno zelante funzionario della Casa Bianca l’anno scorso ha alzato il telefono e, molto seriamente, ha chiesto alla signora Noem delle “pratiche” per dare il via a un’operazione a cui il presidente americano è molto interessato. Da vedere, mentre è ancora in vita, la sua grande faccia scolpita nella roccia del Monte Rushmore, la montagna più popolare d’America, accanto a quelle di quattro presidenti non solo: George Washington, Thomas Jefferson, Abraham Lincoln e Theodore Roosevelt.

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Non c’è possibilità di scolpire il volto di un quinto presidente nel suggestivo South Dakota National Memorial, su questo il National Park Service, l’agenzia federale che ha il controllo del Monte Rushmore, è sempre stato chiaro. Sulla montagna “non c’è superficie sicura” e anche quella grande distesa a destra di George Washington (su cui per decenni qualcuno ci ha pensato di tanto in tanto) è stata addirittura respinta quando lo scultore Gutzon Borglum ha voluto incidere proprio lì il volto di Jefferson: “ Quella zona non è stabile ”.

Kristi Noem sa anche, ovviamente, che non è possibile; tanto che dopo il suo incontro alla Casa Bianca con The Donald nel 2019, ha detto a Capo Argus (il giornale South Dakota che fa parte del gruppo Usa oggi) cosa ha risposto al presidente: “Mi ha detto, ‘Kristi, vieni qui, stringimi la mano’, io l’ho stretta e ho detto ‘Sig. Presidente, dovresti venire in Sud Dakota prima o poi: abbiamo il Monte Rushmore ‘. E lui: ‘Sai che è il mio sogno avere la mia faccia sulla Commemorazione? “Ho iniziato a ridere ma lui non rideva affatto, era assolutamente serio”.

Dopo quell’incontro (e quella telefonata ricevuta dalla Casa Bianca) il governatore dello stato che ha visto le gesta più famose della nazione Sioux (c’è anche il memoriale del Cavallo Pazzo) ha intravisto una doppia possibilità. Quello di convincere Trump a farlo visitare il Monte Rushmore il 4 luglio – Giorno dell’Indipendenza degli Stati Uniti – e per rafforzare la sua immagine (e il suo potere) nel partito repubblicano, ormai a pieno titolo “trumpista” senza eccezioni. Avendo come obiettivo finale il sogno (inizialmente confessato solo ad amici intimi) di entrare in corsa per la presidenza di vicepresidente se The Donald decidesse, come sostengono molti ‘rumors’, di sbarazzarsi dello scomodo Mike Pence.

Primo traguardo raggiunto in pieno. Trump non solo è andato a Mount Rushmore lo scorso 4 luglio per un discorso di apertura sull’effettiva campagna elettorale e sulla ‘riapertura’ degli States dopo il blocco (che non è andata molto bene, visti i risultati di oggi), ma ha viaggiato anche al fianco del presidente sull’Air Force One, un onore riservato a pochissimi e mai avuto prima da un governatore del piccolo stato.

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